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Golino, Valeria.

Attrice cinematografica italiana. Figlia di un germanista italiano e di una pittrice greca, dopo la separazione dei genitori trascorse parte dell'adolescenza in Grecia. Lì iniziò la carriera di modella prima di tornare in Italia, a 16 anni, a casa dello zio, il giornalista e scrittore Enzo Golino. Questi la presentò alla regista Lina Wertmüller, che la scritturò per una parte nel suo film Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante di strada (1983), dove recitò a fianco di Ugo Tognazzi. La G. decise allora di abbandonare gli studi e di rimanere in ambito cinematografico. Nel 1985 ottenne il suo primo ruolo da protagonista nel film Piccoli fuochi, del regista italo-americano Peter Del Monte, al quale rimase legata sentimentalmente per molti anni. Sempre nel 1985 girò, diretta da Citto Maselli, Storia d'amore, film che le fece vincere la Coppa Volpi come migliore attrice protagonista al Festival del Cinema di Venezia. Dopo la sua partecipazione a L'ultima estate a Tangeri (1987) di Alexandre Arcady, Gli occhiali d'oro (1987) di Giuliano Montaldo, e Paura e amore (1988) di Margarethe Von Trotta, si trasferì negli Stati Uniti dove girò La mia vita picchiatella (1988) di Randal Kleister, prima di essere notata da Berry Levinson che la volle nel suo Rain man (1988), facendola conoscere al grande pubblico americano. Iniziò allora una carriera parallela negli Stati Uniti. Tra i suoi film più significativi citiamo: Acque di primavera (1989) di Jerzy Skolimowski; Tracce di vita amorosa (1990) di Peter Del Monte; La puttana del re (1990) di Axel Corti; Lupo solitario (1991) di Sean Penn; Hot Shots! (1991) e Hot Shots! 2 (1993) di Jim Abrahams; Puerto Escondido (1992) di Gabriele Salvatores; Come due coccodrilli (1993) di Giacomo Campiotti; Amata immortale (1994) di Bernard Rose; La strage del gallo (1994) di Andrea Pantzis; Via da Las Vegas (1995) di Mike Figgis; Four rooms (1995) di Allison Anders; Fuga da Los Angeles (1996) di John Carpenter; EsCoriandoli (1996) di Antonio Rezza e Flavia Mastrella; Una maledetta occasione (1996) di Salome Breziner; Le acrobate (1997) di Silvio Soldini; L'albero delle pere (1998) di Francesca Archibugi; Harem Suare (1999) di Ferzan Ozpetek; Controvento (2000) di Peter Del Monte; Le cose che so di lei (2000) di Rodrigo García; L'inverno (2001) di Nina Di Majo; Respiro (2001) di Emanuele Crialese, per cui ottenne il Nastro d'Argento come migliore attrice; Frida (2002) di Julie Taymor; Prendimi e portami via (2003) di Tonino Zangardi; 36 Quai des Orfevres (2004) di Olivier Marchal; Texas (2005) di Fausto Paravidino; La guerra di Mario (2005) di Antonio Capuano, che le valse il David come migliore attrice protagonista; Il sole nero (2006) di Krzysztof Zanussi (n. Napoli 1966).