(detto
Iscariota). Traditore di Gesù dopo esserne stato discepolo
prediletto. Nacque a Qeryyot (da cui l'appellativo di
iscariota) un
villaggio della Giudea Meridionale. Vendette Gesù ai suoi aguzzini per
trenta denari, poi si uccise impiccandosi tormentato dal rimorso. È
sempre stato enormemente difficoltoso comprendere come colui che era stato
selezionato apostolo abbia potuto commettere il peggiore dei sacrilegi. Marco
narra che i sacerdoti gli promisero denaro in cambio di Gesù; Luca
racconta che "entrò Satana in
G. Iscariota"; Matteo riferisce che
G. chiese ai sacerdoti che compenso gli avrebbero dato ed "essi gli
dettero trenta denari d'argento". La figura di
G. come strumento del
misterioso disegno divino appare in Matteo e Giovanni: "Ciò è
necessario affinché la Scrittura si compia, ma guai al traditore. Il
Figlio della perdizione si perderà".
G. guidò i soldati che
arrestarono Gesù e lo indicò loro baciandolo e abbracciandolo
(Matteo). Tormentato dal rimorso
G. tentò di restituire il denaro
ai sacerdoti che lo rifiutarono: allora lo gettò nel tempio. Con i trenta
denari recuperati i sacerdoti comperarono un campo, che prese successivamente il
nome di "campo del sangue " dove
G. morì. Nell'iconografia e
nell'arte cristiana sono assai ricorrenti le immagini di
G. che bacia
Gesù, e quella del suicidio. Tali immagini sono frequenti soprattutto nel
periodo bizantino, nel Medio Evo, e nel Rinascimento.