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Giorno, Il.

Quotidiano di informazione fondato a Milano nel 1956 dal giornalista Gaetano Baldacci, dall'editore Cino Del Duca e dal presidente dell'ENI Enrico Mattei. Di proprietà dell'ENI, fu il primo giornale ad appoggiare un'industria di Stato e le sue scelte sia imprenditoriali che politiche. Sostenne l'intervento statale in economia opponendosi alla politica energetica gestita dai privati e dalle multinazionali estere. In campo più strettamente politico caldeggiò la formazione di un Governo di centro-sinistra, aperto ai socialisti. Il G., che per tre mesi (aprile-agosto 1956) uscì con due edizioni, mattutina e serale, nei primi anni di vita ottenne un lusinghiero successo, grazie anche alle novità tecniche: ricchezza di notizie date in sintesi, introduzione di un inserto a colori, abolizione della terza pagina, sul modello del quotidiano inglese "Daily Express". Nel 1957 consolidò ulteriormente le sue posizioni, facendo concorrenza al "Corriere della Sera" nel suo feudo milanese con una tiratura di 120.000 copie e qualificandosi come portavoce della borghesia più culturalmente avanzata. Alla direzione si alternarono Italo Pietra, che prese il posto di Baldacci nel 1959, Gaetano Afeltra (1972-80) e, nel decennio seguente, in rapida successione Guglielmo Zucconi, Lino Rizzi, Francesco Damato, Paolo Liguori, Mario Padovani ed Enzo Catania. La crisi del giornale portò l’Eni nel 1993 a intraprendere una profonda ristrutturazione, con tagli di costi e di personale, nella prospettiva di vendere la testata. La vicenda si concluse con l’acquisizione da parte di Andrea Riffeser Monti, già editore del "Resto del Carlino" e della "Nazione", che all’inizio del 1999 rilanciò "il Giorno" in una nuova veste grafica, sotto la direzione di Andrea Biavardi.