Uomo politico italiano. Nipote in linea diretta dello statista Giovanni,
seguì studi giuridici, laureandosi nel 1938 e dedicandosi poi a studi di
filosofia del diritto. Antifascista, entrò presto in contatto con
l'organizzazione clandestina del Partito Comunista. Nel 1941 fu arrestato e
deferito al Tribunale speciale, ma dopo alcuni mesi di detenzione fu rilasciato
per insufficienza di prove. Dal 1943 partecipò attivamente alla lotta
partigiana nel Cuneese e fu deputato del PCI alla Costituente. Eletto alla
Camera nel 1946, fu nominato sottosegretario agli Esteri nel secondo gabinetto
De Gasperi. Lasciò il Governo in seguito all'espulsione di comunisti e
socialisti e fu rieletto deputato per il PCI nelle successive legislature.
Assertore della "via italiana al socialismo", dopo il rapporto antistaliniano di
Krusciov, si batté all'interno del PCI per l'affermazione di una maggiore
autonomia da Mosca. Al Congresso del dicembre 1956 criticò aspramente la
linea togliattiana e nel luglio successivo si dimise dal PCI. L'anno seguente si
iscrisse al PSI, nelle cui file fu eletto deputato nel 1958 e nelle legislature
successive. Nel dicembre 1963 entrò a far parte del primo Governo di
centro-sinistra presieduto da A. Moro, quale ministro del Bilancio. Entrato in
conflitto col resto del ministero, per aver sostenuto le misure
anticongiunturali, dopo la crisi del giugno-luglio 1964 non entrò a far
parte del nuovo Governo Moro. Successivamente fece parte di nuovi governi di
centro-sinistra, continuando a svolgere, accanto all'attività
propriamente politica, un'attività di ricerca nell'ambito degli studi
economico-sociali. Ritorna ministro del Bilancio nel luglio 1973 con il Governo
di centro-sinistra presieduto da Rumor e Moro agli Esteri. Nel 1979 è
deputato europeo e ricopre la carica di Commissario della CEE fino alla fine
della legislatura. Non condividendo la linea Craxi, vincente nel partito, rimane
in ombra, fino alla primavera 1987, quando accetta la candidatura offertagli dal
PCI come indipendente di sinistra, nelle cui liste risulta eletto al Parlamento.
Membro del comitato centrale e della direzione del PSI, ha portato avanti,
all'interno del partito, un proprio autonomo discorso politico, basato sulla
tesi delle "priorità", da collocare nel quadro della pianificazione
economica. È stato senatore fino al 1992. Tra le sue opere ricordiamo:
Riforme e rivoluzione (1957);
Il comunismo in Europa da Stalin a
Krusciov (1960);
La riforma delle partecipazioni statali (1963);
Punti essenziali del progetto di programma (1965);
Fini e mezzi
dell'azione socialista in Italia (1966);
Triangolo industriale,
Mezzogiorno e sviluppo economico nazionale (1967),
Un socialismo
possibile (1977) (n. Roma 1915).