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Ginsberg, Allen.

Poeta statunitense. Trasferitosi a New York dal 1943 per frequentare la Columbia University, G. conobbe J. Kerouac e W. Burroughs con cui fondò una sorta di cenacolo letterario alla ricerca di un'alternativa alla cultura accademica, fatto che costituì il momento iniziale del fenomeno culturale, letterario e musicale, ma soprattutto di costume, che viene indicato come beat generation (V.). I loro interessi si rivolgevano agli autori del Rinascimento americano, ma anche ad europei come W. Whitman e H.D. Thoreau. In G. la "disobbedienza civile" propugnata da Thoreau diventò necessità di rivolta agli esiti soporiferi del benessere materiale del secondo dopoguerra e si concretizzò in una ricerca di emarginazione sociale, dove protesta letteraria e protesta sociale si facevano tutt'uno, e di instabilità economica. Le sue prime poesie, composte fra il 1947 e il 1951 ma pubblicate solo nel 1961 nella raccolta Empty Mirror, tentano di comunicare esperienze quotidiane, locali e non mediate con un linguaggio e un verso essenziali e pregnanti. In quanto membro a tutti gli effetti della società degli esclusi, in opposizione alla società del potere, G. aspirava ad esserne anche coscienza, come dimostra la raccolta Howl and Other Poems (L'urlo ed altri poemi, 1956), vero e proprio manifesto della beat generation. In Howl la poesia è pensata per essere detta prima che scritta, utilizzando una lingua ormai liberata da qualsiasi codice letterario, sempre più aderente all'esperienza diretta, e trasmettendo una grandissima potenza visionaria e onirica attraverso una musicalità che non casualmente risentiva delle influenze del jazz. L'uso della droga, vissuta dal poeta come strumento di liberazione dall'autorepressione delle proprie vicende esistenziali, lo aveva condotto a passare alcuni mesi in manicomio. Anche questa esperienza trovò espressione nella poesia di G. che da una parte identificava la causa della scissione interiore dell'individuo nella disumanità della vita urbana e industrializzata, dall'altra additava il manicomio come emblema del potere totalizzante che schiaccia il singolo. In Kaddish, scritta nel 1960 dopo la morte della madre, narrò sui moduli della preghiera funebre ebraica la divisione inflitta al rapporto madre-figlio dalla follia, ormai conciliabile solo nella nuda parola. Un viaggio in India, compiuto nel 1962 e 1963 e rievocato solo più tardi in Indian Journal (1972), segnò in un certo senso la svolta nella vita dell'autore che, dopo aver tentato diverse vie di fuga dal proprio corpo e dal proprio tempo, accettò la necessità di affrontarli. Fu questo l'intenso momento del G. portavoce della protesta contro la guerra in Vietnam espressa in Planet News (Notizie dal pianeta, 1968), dove la poesia veniva intesa come "mantra", come strumento di dominio e di trasformazione della realtà. Già nella raccolta successiva, però, The Fall of America (La caduta dell'America, 1972) questa componente ideale di cambiamento apparì disillusa e il poeta si limitò a una sorta di fotografia del caos politico ed ambientale. Un ulteriore ripiegamento verso una poesia di tipo introspettivo venne espresso da G. nelle sue ultime raccolte, quali First Blues, Rags and Ballads (1975) e Mind Breaths (Respiri della mente, 1977), caratterizzate da una spiccata qualità musicale. Nel 1984 uscì l'opera omnia Raccolta di poesie: 1947-1980 dedicata da G. ai suoi genitori (Paterson, New Jersey 1926 - 1997).