Scultore, orafo e pittore italiano. Esordì come orafo nella bottega di
Bartoluccio di Michele. Si dedicò anche alla pittura, affrescando, nel
1400, presso il castello di Pesaro. Nel 1401 tornò a Firenze per il
concorso per la seconda porta del Battistero: fra tutti i concorrenti, giudicati
sulla base della formella del
Sacrificio d'Isacco, l'incarico venne
affidato a
G., giudicato artisticamente più maturo di Brunelleschi
e di Donatello, anch'essi concorrenti. La realizzazione della porta, iniziata
nel 1403, richiese venti anni di lavoro e rappresentò l'ultima grande
opera in gotico fiorentino. Le 28 formelle, di gusto ancora gotico e con
elementi ispirati all'antichità classica, rappresentano venti storie
della vita di Cristo, i quattro evangelisti e quattro padri della Chiesa.
Durante l'esecuzione della porta, parecchi furono gli altri suoi lavori: il
San Giovanni, in bronzo (nella nicchia esterna di Orsanmichele); il
Battesimo di Cristo e
Battista con Erode (1427), per il fonte
battesimale di Siena; la statua di
San Matteo (1419-1422); una lastra
tombale in bronzo di Leonardo Dati (1425-1426). L'ultima porta del Battistero,
la
Porta del Paradiso, impegnò
G. dal 1425 al 1452,
attraverso varie elaborazioni dei progetti che portarono il numero delle scene
da venti a dieci. Tra i lavori di questo periodo: il
Santo Stefano in
bronzo (1420), in Orsanmichele; l'
Urna dei Santi Proto, Giacinto e
Nemesio, al Museo Nazionale di Firenze, dello stesso anno; delle
Madonne
col Figlio, in terracotta, conservate al Metropolitan Museum di New York. Al
1432 risale l'incarico per l'
Urna di S. Zenobi per il Duomo, in cui va
ricordata la scena maggiore
Resurrezione d'un bimbo; quest'ultima opera
venne portata a termine nel 1442. Tra le opere minori, ma non per questo meno
significative, si hanno dei disegni per le vetrate del Duomo: quello
dell'
Assunta (1405), e quelle dei
Santi, Ascensione, Getsmani e
Presentazione al tempio, eseguite tra il 1432 ed il 1445. Tra gli ultimi
lavori sono da ricordare l'incorniciatura della prima porta del Battistero di
Andrea Pisano, eseguita su disegni del padre dal figlio Vittorio, e l'
Eterno
in trono in Santa Maria Nuova, eseguita da Bernardo Rossellino. Tra gli
scritti di
G. si hanno due
Commentari, in cui si riprometteva un
trattato di architettura che non scrisse mai, ed una
Autobiografia, nella
quale manifestava le ragioni del suo operato. Per quanto riguarda la sua
attività di scultore, sembra accertato che le sue mansioni all'erezione
della cupola di Santa Maria del Fiore non abbiano superato la qualifica di
"esperto" accanto a Brunelleschi (Firenze 1378-1445).