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Ghetto.

Termine usato per indicare i particolari quartieri nei quali venivano relegati gli Ebrei. I primi esempi si ebbero, a partire dal XIII sec., in Germania, Spagna e Portogallo. Successivamente si estesero anche in Italia, dapprima a Torino e Venezia e, in seguito, nelle maggiori città italiane. Il periodo di maggiore diffusione del g. si ebbe all'epoca della Controriforma quando, con una bolla emanata da Paolo IV nel 1555, venne fatto obbligo a tutti coloro che professassero la religione ebraica di risiedere in luoghi separati e dai quali potevano uscire solo a particolari condizioni. Fu solo con la Rivoluzione francese che tali obblighi vennero gradatamente eliminati e si iniziò il processo di graduale parificazione degli Ebrei con gli altri cittadini. A Roma le mura del g. vennero solennemente abbattute nel 1847 e, più o meno nello stesso periodo, furono chiusi i g. nelle maggiori città italiane ed europee. L'uso del g. venne ripristinato nel corso della seconda guerra mondiale dai nazisti in tutti i territori occupati dalle truppe tedesche. La reintroduzione dell'uso del g. rientrava all'interno del piano di sterminio della popolazione ebraica che venne portata avanti dal gruppo dirigente del Nazismo fino dal momento della presa del potere nel 1933. I g. rappresentavano il primo passo verso la "soluzione finale" del problema ebraico, cioè l'eliminazione fisica degli Ebrei di tutta Europa. Con i g. gli Ebrei venivano concentrati in un luogo dal quale potevano più facilmente essere trasportati nei campi di sterminio preparati per la loro uccisione in massa. Solamente a Varsavia vennero concentrati più di mezzo milione di Ebrei che vennero in pochi anni ridotti a un decimo. Nel mese di aprile del 1943 il g. di Varsavia insorse contro la dominazione nazista e per due mesi, malgrado l'uso di mezzi imponenti e di truppe scelte, i Tedeschi non riuscirono ad imporre il loro ordine all'interno della capitale polacca. La vita nei g., era regolata da minuziose disposizioni che non potevano essere violate se non sotto la pena di gravi sanzioni che, in taluni casi, potevano anche giungere sino alla condanna a morte. Le mura dei quartieri ebraici erano sorvegliate da guardie cristiane e rimanevano inattraversabili dal tramonto all'alba. Le case dove abitavano gli Ebrei erano solitamente chiuse da altre costruzioni di maggiore dimensione che toglievano ad esse luce ed aria e costringevano gli abitanti a vivere in condizioni estremamente malsane. Inoltre queste abitazioni non erano di proprietà degli Ebrei che le abitavano e che potevano esserne scacciati in ogni momento. Tuttavia, almeno all'interno del g., gli Ebrei potevano godere di una relativa autonomia. Era loro concesso di servirsi di propri tribunali e di ubbidire alle proprie autorità. I mestieri che era loro concesso di esercitare erano generalmente limitati al prestar denaro e al commercio di abiti usati. Per uscire dal g. era loro fatto obbligo di indossare indumenti di colore a foggia speciale in modo da renderli immediatamente distinguibili. ║ Oggi il significato del termine g. si è esteso fino a comprendere ogni forma di segregazione o discriminazione a danno di particolari gruppi etnici o sociali.