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Genserico.

Re dei Vandali. Figlio naturale del re Godigiselo, salì al trono dopo la morte del fratellastro Gunderico (428). Nel 429 sbarcò in Spagna, saccheggiandola; l'anno successivo assediò Ippona, ma dopo 14 mesi non riuscì a espugnarla: durante l'assedio morì Sant'Agostino. Il conte Bonifacio tentò una battaglia campale, ma fu sconfitto (432) e G. rimase padrone della Mauritania, Numidia e di gran parte della Proconsolare. Nel 435 si accordò con la corte di Ravenna che gli riconobbe le conquiste fatte dietro promessa di non molestare Cartagine e pagare un tributo annuo. Quattro anni dopo però (439) ruppe i patti ed espugnò Cartagine. Ancora una volta la corte imperiale dovette accettare il fatto compiuto, e G. fu riconosciuto ufficialmente come re del nuovo Stato indipendente, comprendente tutta l'Africa romana. Alla morte di Valentiniano III (455) tentò direttamente un colpo contro l'Impero. Il 3 maggio sbarcò a Ostia; Roma, in preda al tumulto ed al terrore, non poté essere difesa. Per 14 giorni la città fu sistematicamente saccheggiata e G. ritornò in Africa portando seco un ingente bottino e migliaia di prigionieri tra i quali erano l'imperatrice Eudossia e le figlie Placidia ed Eudocia. Nel 460 distrusse una flotta di 300 navi pronta per assalirlo in Africa, e nel 468 seppe sventare il grave pericolo che lo sovrastava per le forze unite dei due Imperi e conquistò anche la Sicilia. G. morì lasciando un potente regno al figlio Unnerico (m. 477).