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Genscher, Hans-Dietrich.

Uomo politico tedesco. Laureatosi in Giurisprudenza a Lipsia nel 1949, esercitò per qualche tempo la professione di avvocato, dedicandosi contemporaneamente all'attività politica nelle file del LDPD, il Partito liberal-democratico della Germania Est. Venuto ai ferri corti col regime di Ulbricht, nel 1952 riparò a Brema dove aderì al Partito liberale (FDP). Stabilitosi a Bonn nel 1956, lavorò negli uffici amministrativi del partito sino al 1965 quando fu eletto deputato al Bundestag, dove svolse un'attiva opera di opposizione, dapprima al governo Erhard, poi alla "grande coalizione" tra socialisti e democratico-cristiani. Al Congresso di Friburgo del 1968 venne eletto vice presidente della FDP, avendo appoggiato l'ascesa di Walter Schell alla direzione del partito. Nel 1969 entrò a far parte del governo di coalizione tra liberali e socialisti, come ministro dell'Interno e operò un rafforzamento del ministero in collaborazione con gli organi di polizia, non mancando di suscitare perplessità e critiche soprattutto per i metodi adottati contro i gruppi della sinistra extraparlamentare e contro la banda Baader-Meinhof, nonché per il comportamento delle forze di polizia in occasione del grave incidente alle Olimpiadi di Monaco. Nel maggio 1974, dimessosi Brandt e nominato il nuovo Governo presieduto da H. Schmidt, assumeva la carica di vice-cancelliere e di ministro degli Esteri, cariche che conservava, alla caduta di Schmidt, anche nei successivi Governi presieduti dal democristiano Helmut Kohl (1982 e 1987) (n. Reideburg, Halle 1927).