Uomo politico italiano. Sostenitore della corrente massimalista, l'estrema
sinistra del Partito Socialista Italiano, si impose nel 1918, divenendo
segretario del partito in occasione del Congresso di Bologna. Sulla scia della
Rivoluzione russa, sostenne, come soluzione della lotta proletaria per la
conquista del potere, l'azione rivoluzionaria: guidò gli scioperi degli
anni caldi 1919-20. Nel 1921, nel Congresso di Livorno, a seguito dei contrasti
interni si staccò dal PSI, divenendo uno dei fondatori del Partito
Comunista Italiano. Deputato nel 1924, con lo scioglimento dei partiti voluto
dal regime fascista con le leggi eccezionali del 1926, fu costretto a espatriare
e si rifugiò in Francia, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica (Albano
Laziale 1876 - Gor'kij 1942).