Filosofo ed umanista greco. Si stabilì a Brusa, città allora sotto
la dominazione turca, dove conobbe Elisseo, israelita politeista e seguace delle
teorie zoroastriane, che lo indirizzò ai primi studi platonici. Si
trasferì quindi a Mistra, formando intorno a sé un cenacolo di
giovani discepoli tra cui Bessarione. Svolse in questo periodo un'intensa
attività in favore delle popolazioni del Peloponneso, adoperandosi presso
l'imperatore Manuele perché venissero attuate riforme sociali,
amministrative e militari. Questi suoi interessi di carattere politico non erano
disgiunti dai suoi studi filosofici e dalle sue ricerche, che si ispiravano alla
politica platonica e ai principi etici e religiosi dello stoicismo e del
pitagorismo. La sua venuta in Italia fu avvenimento rilevante nella nostra
storia letteraria e filosofica, in quanto fu lui ad iniziare Cosimo de' Medici
al platonismo e a far conoscere in modo approfondito la cultura greca a Firenze.
A questo proposito egli scrisse
Della differenza fra Aristotele e
Platone, che, pur non essendo di grande profondità teorica, ha il
merito di chiarire alcuni nodi centrali nel rapporto fra i due grandi filosofi
greci. Tornato in patria, continuò a lavorare alla sua opera
fondamentale, le
Leggi, e morì dopo alcuni anni. Nel 1464 il suo
corpo fu trasportato a Rimini da Sigismondo Malatesta (Costantinopoli 1355 circa
- nel Peloponneso 1450 circa).