Matematico francese. Uno dei maggiori geni matematici di tutti i tempi. Durante
la sua breve e tormentatissima vita G., non conosciuto né compreso dai
matematici, ebbe invece una certa notorietà come esponente dell'estrema
sinistra repubblicana. Poco dopo le giornate di luglio del 1830, si
arruolò nell'artiglieria della Guardia Nazionale; partecipò con
essa a un tentativo (fallito) di colpo di Stato repubblicano. Si iscrisse alla
Società degli amici del popolo, e nelle sue riunioni tenne infiammati
discorsi, dei quali si conservano tracce nei giornali dell'epoca (ed anche in
uno scritto di Dumas padre). Condannato a molti mesi di carcere in seguito a una
manifestazione di ex guardie nazionali, fu particolarmente perseguitato dalla
polizia. Era da poco uscito dal carcere, quando fu trovato ferito a morte, e
abbandonato, nei pressi di Parigi.
G. lasciò in eredità i
suoi manoscritti scientifici inediti:
Scritti di G., insieme a una
lettera scritta l'antivigilia della morte, all'amico Auguste Chevalier,
anch'egli matematico. In vita aveva già pubblicato qualche nota
scientifica di grande interesse, sulle frazioni continue, sugli immaginari,
detti appunto di
G. La memoria fondamentale però, quella sulla
risolubilità delle equazioni algebriche, il suo
Journal, non era
stata degnata di attenzione dal grande A. Cauchy, ed era stata respinta al
mittente, perché oscura, dal Poisson.
G. era riuscito a dare
condizioni necessarie e sufficienti per la risoluzione di un'equazione algebrica
mediante radicali; per far ciò egli era ricorso a un gruppo di
sostituzioni sulle radici dell'equazione
gruppo di G., svelando il
profondo legame tra la moderna teoria dei gruppi e la classica teoria delle
equazioni (Bourg-la-Reine, Parigi 1811 - Parigi 1832).