Poeta elegiaco latino. Amico di Virgilio e di Augusto. Per quattro anni prefetto
dell'Egitto, perdette poi il favore dell'Imperatore e venne condannato
all'esilio. Disperato, si uccise. Le sue elegie, poste dagli antichi accanto a
quelle di Tibullo, Properzio e Ovidio, andarono perdute. Solo un verso di esse
ci è pervenuto. Ma presumibili echi della poesia di
G. si sono
ricercati nella X egloga virgiliana in cui è narrata la storia di un
grande amore di
G. (Forum Iulii, od. Fréjus 69-26 a.C.).