Gallia
1   INTRODUZIONE
Manufatti celtici in bronzo
I romani chiamavano Gallia la regione corrispondente alle attuali Francia e Germania occidentale, abitata da popolazioni celtiche. L'elmo di bronzo (al centro in alto) apparteneva probabilmente a un guerriero di alto rango. Le corna (cave) sono fatte con lamine di bronzo inchiodate; il fodero, che pure fu modellato con lamine di bronzo inchiodate, aveva un rivestimento di corteccia di betulla.
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Gallia Nome con cui i romani indicavano un vasto territorio dell’Europa centroccidentale, delimitato a nord dal canale della Manica, a est dalle Alpi e dal Reno, a sud dal mar Mediterraneo e dai Pirenei, a ovest dall’oceano Atlantico.

Gallia romana
Dopo la morte di Giulio Cesare, avvenuta nel 44 a.C., i romani avevano ormai il controllo dell'intero territorio della Gallia, antica regione abitata dai celti che combaciava approssimativamente con l'attuale Francia. La mappa illustra l'estensione territoriale della Gallia romana alla metà del I secolo d.C.
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La regione corrispondeva grosso modo all’estensione dell’odierna Francia, ed era abitata già in età neolitica, epoca alla quale risalgono resti di tombe megalitiche. All’inizio del I millennio a.C. fu fatta oggetto dell’invasione dei celti, insieme di popolazioni indoeuropee che i romani definirono galli. La più antica testimonianza storica che attesti un contatto di queste genti con il mondo greco-romano risale al 600 ca. a.C., quando i greci di Focea fondarono, sulla costa sudorientale della regione, la colonia di Massalia, l’odierna Marsiglia.

Il termine Gallia venne inoltre attribuito dai romani anche all’Italia del Nord, poiché oggetto – a partire dal V secolo a.C. – dell’insediamento di popolazioni galliche.

2   GALLIA TRANSALPINA E GALLIA CISALPINA

I romani distinguevano dunque la Gallia transalpina, cioè la regione sopra descritta, posta al di là delle Alpi, e un’area detta Gallia cisalpina, corrispondente all’Italia settentrionale, delimitata a nord dalle Alpi; la fascia della Cisalpina a nord del Po, corrispondente alla Pianura Padana, venne detta Transpadana (“al di là del Po”), quella immediatamente a sud di questo fiume, corrispondente all’odierna regione dell’Emilia-Romagna, venne detta Cispadana (“al di qua del Po”).

2.1   La Gallia transalpina

In età preromana la Gallia transalpina fu sede di diversi gruppi etnici, tra i quali gli iberi e i liguri nel sud, insieme con i coloni greci di Marsiglia. Ma soprattutto vi risiedettero le tribù celtiche, tra le quali gli arverni, gli edui, i sequani, i senoni, gli elvezi, nella zona centrale, i biturigi, i veneti, gli aulerci, i menapi, nella parte più settentrionale della regione, i cui nuclei di ulteriore aggregazione politica furono chiamati da Roma civitates.

La conquista romana, avviata alla metà del II secolo a.C., condusse alla costituzione in provincia nel 122 a.C. della Gallia Narbonensis (l’odierna Provenza, che prese il nome dalla prima colonia costituita fuori dall’Italia (Narbo Martius, l’odierna Narbona), che rappresentava l’area più profondamente ellenizzata della Gallia. La parte rimanente della regione – detta Gallia Comata (“chiomata”), con riferimento all’uso di portare i capelli lunghi da parte dei galli che l’abitavano – venne genericamente suddivisa da Giulio Cesare, nei suoi Commentarii de bello gallico, in tre zone: a nord la Gallia Belgica, al centro la Gallia Celtica e a sud-ovest l’Aquitania.

2.1.1   La romanizzazione della Gallia

Definitivamente assoggettata a Roma con le guerre galliche condotte da Cesare tra il 58 e il 51 a.C., che portarono alla conquista anche della Gallia Comata, la regione fu successivamente suddivisa da Augusto in quattro province: tre imperiali (l’Aquitania, dai Pirenei fino alla Loira; la Lugdunensis, al centro; la Belgica, a nord, confinante con i territori germanici) e una senatoria (la Narbonensis, a sud, che venne caratterizzandosi per un altissimo grado di sviluppo economico e culturale). Al processo di romanizzazione della regione fece seguito una sua intensa urbanizzazione. Alcune città vennero allora fondate (le odierne Clermont-Ferrand, Limoges, Autun, Troyes, Angers), mentre ad altre preesistenti fu concesso la status di colonia (tra esse: Tolosa, Nîmes, Vienne, Orange, Avignone).

La vera metropoli della Gallia romana fu però Lugdunum, l’odierna Lione. Sita presso la confluenza dei fiumi Rodano e Saona e importante nodo stradale, la città ospitò dal 12 a.C. un altare dedicato a Roma e ad Augusto, intorno al quale sorse il maggior santuario di tutte le Gallie, sede, tra l’altro, del concilium Galliarum (l’assemblea delle tre province); il suo prestigio si accrebbe ulteriormente in quanto patria dell’imperatore Claudio I, e fu perciò ribattezzata Colonia Copia Claudia Augusta Lugdunum.

2.1.2   Le invasioni barbariche

L’organizzazione della Gallia romana iniziò a entrare in crisi nel III secolo d.C., con l’intensificarsi delle invasioni delle popolazioni germaniche. Queste, dopo la riorganizzazione amministrativa e militare operata da Diocleziano, all’inizio del V secolo d.C. si stanziarono definitivamente nella regione, per dar vita in seguito – parallelamente alla disgregazione dell’impero romano d’Occidente – a una serie di regni autonomi detti romano-barbarici: i visigoti ne costituirono uno, nel sud, già nel 419; i burgundi – abitanti l’attuale Savoia – ne fondarono un altro nel 437, e infine nel 486 ebbe inizio l’importantissimo regno dei franchi.

2.2   La Gallia cisalpina: Transpadana e Cispadana

Il processo di romanizzazione della regione, avviato prima nella Gallia cispadana e in seguito nella Gallia transpadana, rientrava nel quadro della politica espansionistica di Roma: la Valle Padana offriva agli interessi dell’aristocrazia senatoria la possibilità di sfruttare un territorio molto vasto ed estremamente fertile, capace di sostenere lo sviluppo di nuovi traffici commerciali grazie alla fitta rete di fiumi navigabili.

Il processo iniziò quando i romani sconfissero i senoni (283 a.C.) colonizzandone il territorio (fondandovi la colonia di Ariminum, odierna Rimini, nel 283 a.C. e quella di Saena Gallica, odierna Senigallia, nel 268 a.C.), per poi battere, nella battaglia di Talamone (225 a.C.) una coalizione di insubri, boi e gesati d’oltralpe in marcia verso Roma.

2.2.1   La conquista romana

La sottomissione vera e propria del Nord Italia iniziò con una grande vittoria sui galli ottenuta dal generale Marco Claudio Marcello a Clastidium (222 a.C.), cui seguirono il controllo della capitale insubrica Mediolanum (Milano) e la fondazione nel 218 a.C. delle due colonie latine del medio Po Placentia (Piacenza) e Cremona.

La seconda guerra punica interruppe le operazioni militari dei romani nella Pianura Padana, riprese poi nel 196 a.C. e conclusesi con la definitiva sottomissione degli insubri, obbligati ad allearsi con Roma, e con l’annientamento nel 191 a.C. dei boi: nel loro territorio si dedussero le colonie di Bononia (Bologna, 189 a.C.), Parma e Mutina (Modena, 183 a.C.). Di grandissimo rilievo fu pure la deduzione, nel 181 a.C., della colonia latina di Aquileia, nella Transpadana orientale.

La Transpadana, retta, probabilmente fin dalla metà del II secolo a.C., come provincia, ottenne il diritto latino nell’89 a.C. (lex Pompeia de Transpadanis), quindi la cittadinanza romana per effetto di una lex Iulia voluta da Cesare, ed entrò definitivamente a far parte dell’Italia nel 42 a.C. Alla fine del I secolo a.C., con la ripartizione augustea della penisola in undici regiones amministrative, fu suddivisa in due regioni: la Venetia et Histria (X regione), comprendente la parte orientale dell’attuale Lombardia, il Veneto, il Trentino fino a Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia e la penisola dell’Istria fino a Pola; e la Transpadana (XI regione), che includeva la Lombardia occidentale, il Piemonte a nord del Po e la Valle d’Aosta. La IX regione comprendeva l’odierna Liguria e il basso Piemonte.

La Cispadana, invece, già con Silla era stata inclusa nel pomerium, e, con l’organizzazione augustea dell’Italia, andò a costituire l’VIII regione (Aemilia).

2.2.2   Il “fiore dell’Italia”

La Gallia cisalpina divenne pertanto, nel corso dell’ultima fase dell’età repubblicana, e per buona parte dell’età imperiale, una delle regioni più ricche dell’Italia romana (Cicerone la definì “il fiore dell’Italia”), caratterizzata da una fiorente economia, una vivace dinamica demografica, una decisa urbanizzazione. Oltre alle città già menzionate, bisogna ricordare infatti – tra le molte – le ricche Verona e Patavium (Padova), nell’area veneta, le colonie augustee di Augusta Taurinorum (Torino) e Brixia (Brescia) e le civitates insubres di Comum (Como) e Mediolanum (Milano): quest’ultima, a partire dal 284, divenne addirittura una delle capitali dell’impero.

L’urbanesimo si accompagnò ovunque, nella Gallia cisalpina, a una sistematica organizzazione del territorio, attraverso la centuriazione e la creazione di un’efficientissima rete stradale, le cui tracce sono ancor oggi ben presenti nel paesaggio agrario della Pianura Padana. A partire dal V secolo la regione seguì le sorti del resto dell’Italia, coinvolta nel processo di disgregazione dell’impero d’Occidente.