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Galiziano.

Lingua romanza parlata nelle quattro province nord-occidentali della Spagna (Orense, La Coruña, Vigo e Pontevedra) e anticamente anche in quella che fu la contea del Portogallo. La somiglianza fonica del g. (o gallego) col portoghese, non totale peraltro, non è sufficiente a stabilire una origine comune e uno sviluppo parallelo delle due lingue, le quali nacquero contemporaneamente, sviluppandosi ognuna per conto proprio, secondo il genio e il temperamento delle popolazioni che rispettivamente si servivano di esse. Al principio del XII sec. infatti il gallego è una lingua già formata e dotata di una perfezione superiore a quella delle altre lingue che si andavano formando nella penisola iberica. Per quanto riguarda la storia letteraria di questa lingua, si può dividerla in due periodi: quello dello splendore (1180-1350) e quello della rinascita, nella seconda metà del XIX sec. fino ai giorni nostri. Del periodo che abbiamo chiamato dello splendore sono giunti fino a noi canzonieri antologici: quello delle Cantigas di Alfonso X il Saggio e il Cancionero di Ajuda. Si è detto che la poesia g. deriva dalla provenzale, ed in un certo senso è vero, tuttavia già prima delle peregrinazioni medioevali al sepolcro di Santiago de Compostela, che furono il veicolo della venuta in Galizia dei trovatori provenzali, esisteva una poesia g., strettamente imparentata con la musica e con la danza, le cui radici liriche si fanno risalire a canti liturgici greci. I canzonieri già menzionati contengono 2.000 poesie circa di 180 autori diversi. Quasi tutta la poesia gallega è di tipo amoroso, se togliamo i non frequenti esempi di "canto d'escarnio" simili ai sirventesi. Però questa poesia amorosa, di origine tipicamente provenzale, in Galizia trova una forma nuova e peculiare, la cosiddetta cantiga d'amigo, dove è la donna che parla in prima persona, cosa veramente rara e spiegabile solo se pensiamo ad una trasformazione di precedenti canti popolari. I poeti g., che componevano e recitavano con accompagnamento musicale, erano divisi in tre classi ben determinate: quella dei jograis (giullari), quella dei segreis (scudieri) e quella dei trovatori propriamente detti. Il poeta più antico che si conosca è Gonzalo Hermiguez; i più famosi sono Nuño Fernandez Torreol, Pero da Ponta e Bernal de Bonaval, sempre per restare nell'epoca degli inizi. Sotto Alfonso III di Portogallo i più famosi furono Martin Codax e Joao Zorro. Alfonso X di Castiglia è l'autore delle famosissime Cantigas de Santa Maria; sotto lo stesso re poetarono Paio Gomes, Arias Nuñes e Pero Meogo. Joao Arias e il re portoghese Dom Diniz (1297-1329), autore di 140 cantigas, furono gli ultimi autori del periodo dello splendore. Alla morte di Dom Diniz si ebbe la decadenza e il sopravvento letterario del castigliano. Solamente nel secolo scorso il g. rinacque per opera della celebre poetessa Rosalia de Castro (1837-85), di Eduardo Pondal, Valentin Lamas Carvajal e Manuel Curras Enriquez. Gli esponenti della generazione successiva furono: Manuel Lugris Dreire, Gonzalo Lopez Abente, Antonio Noriega, Varela ed Eladio Rodriguez Gonzales. Anche le ultime generazioni galleghe non hanno abbandonato la loro lingua risorta; ricordiamo i poeti: Evaristo Correa Calderon, Euxenio Montes, Augusto Maria Casas, Luis Amado Corballo, Fermin Bouza Brey, Alvaro de las Casas, Herminia Farina ed Eduardo Blanco Amor, oltre ai drammaturghi Anton Villar Ponte e Rafael Dieste; notorietà ha acquistato anche il romanziere Ramon Otero Pedrayo.