Letterato italiano. Funzionario sabaudo piemontese; tenacemente attaccato alle
tradizioni della sua terra, si può dire che rappresenti una mediazione
tra le generazioni settecentesche e quelle dell'Ottocento: e questo sia nel suo
pensiero storico-letterario che nel suo stesso stile. Ebbe vivo il senso della
posizione italiana del Piemonte e della sua dinastia, che riteneva offrisse un
esempio notevole di monarchia illuminata, preoccupata del progresso della
società (
Discorso intorno alla storia del Piemonte, e
Dell'antica milizia del Piemonte e del modo di ristabilirla, del 1798).
In armonia con la sua visione italiana del Piemonte,
G. sostenne pure la
necessità di adottare la lingua italiana, dimostrandone la
superiorità sulla francese nello scritto
Dell'uso e dei pregi della
lingua italiana. Quest'ultima sua opera è veramente notevole,
poiché anticipa la coscienza ottocentesca della lingua quale legame di
nazionalità (Torino 1748-1830).