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Futurismo.

Movimento letterario e artistico italiano, promosso e capeggiato da Marinetti, che ne pubblicò il primo Manifesto a Parigi, sul "Figaro" (1909). Il F. nacque da un movimento di ribellione al tradizionalismo filosofico e culturale e, in reazione all'Idealismo, esaltò nella creazione artistica l'assoluto dominio dei sensi e dello spazio, sciogliendoli da ogni legame intellettivo che li coordina o subordina fra loro. In poesia, si proclamò lo svincolo delle parole dal nesso sintattico (parole in libertà) e si esaltarono artifici primitivi quali l'onomatopeia, la cacofonia, ecc. I poeti (Marinetti, Buzzi, Govoni, Palazzeschi, Folgore, ecc.) si espressero con il verso libero; i pittori (Prampolini, Boccioni, Dottori, Tato, Azari, Fillia, Depero, ecc.) e gli scultori (Boccioni, ecc.), con il dinamismo plastico e la compenetrazione dei piani; i musicisti (Russolo, ecc.), con l'intonare vari rumori (rombi, fischi, bisbigli, stridori, percussioni, grida); gli architetti (Sant'Elia, ecc.) intuirono l'avvenire delle costruzioni razionali ed elevate in cemento armato e vetro. Il F. fu la più interessante e chiara manifestazione dell'inquietudine spirituale degli inizi del XX sec.; la profondità del fenomeno è confermata dalla nascita, in Europa, di movimenti analoghi o derivati (Cubismo, Dadaismo, Surrealismo). Il contributo effettivo del F. nell'arte fu quello di aver eliminato l'influsso nocivo del Decadentismo post-romantico e dannunziano.
Giacomo Balla: “Compenetrazione iridescente n. 4 – Studio di luce”, 1913 (Coll. privata, Svizzera)

Giacomo Balla: “Velocità + Paesaggio”, 1913 (Coll. privata, Svizzera)

"Critica del futurismo" di Leonardo Borgese