Psicanalista statunitense di origine tedesca. Laureatosi in Filosofia nel 1922,
studiò psicanalisi a Monaco, Berlino e Heideberg. Fece parte nel 1928
dell'Istituto di ricerche sociali di Francoforte ma, dopo l'avvento di Hitler,
emigrò negli USA e insegnò in numerose università
americane. Dal 1962 ha insegnato all'università di New York. Le sue
ricerche furono inizialmente influenzate dal marxismo. In seguito
approfondì soprattutto il rapporto individuo-società, considerando
la psicologia individuale come una branca della psicologia sociale. Si
distaccò quindi dalla teoria freudiana ritenuta troppo statica e centro
della sua teorizzazione divenne il comportamento umano, che però deve
soddisfare non solo le pulsioni, ma i continui bisogni creati dalla
società. Perciò
F. vede l'uomo moderno come un individuo
che lotta non più contro bisogni biologici primari ma per la conquista di
una libertà positiva, armonica fusione d'intelletto e sentimento. Fu
criticato da H. Marcuse per aver privato la psicanalisi della sua base
istintuale. Tra le sue opere ricordiamo:
Fuga dalla libertà
(1941),
Psicanalisi e religione (1950),
Il linguaggio dimenticato
(1951),
Psicanalisi della società contemporanea (1955),
L'arte
di amare (1956),
La missione di Sigmund Freud (1958),
La crisi
della psicanalisi (1970),
Anatomia della distruttività umana
(1975),
Avere o essere? (1976) (Francoforte 1900 - Locarno 1980).