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Friedmann, Georges.

Sociologo francese. Professore di Storia del lavoro al Conservatoire National des Arts et Métiers di Parigi e di sociologia industriale all'università di Parigi, è autore di opere di fondamentale importanza nell'ambito della ricerca sulla società industriale. I suoi scritti, ispirati alla problematica marxista e basati sullo studio della società industriale avanzata, testimoniano la fiducia nella possibilità di umanizzazione della tecnica. Egli considera infatti possibile la trasformazione della tecnica in uno strumento di liberazione e di progresso per l'uomo, qualora non sussistano condizionamenti determinati esclusivamente da motivi d'interesse economico. F. ha costantemente insistito sul ruolo nefasto delle "utopie tecnicistiche". Secondo F., infatti, l'esaltazione incondizionata della tecnica rappresenta una "mistica pericolosa", in quanto porta a dimenticare l'uomo. Il problema non è quello di abolire la tecnica e le macchine ma di migliorarne l'uso, di metterle a disposizione di tutti, di non rendere meccanico l'uomo, asservendolo alle macchine. Secondo F., il problema è quello di fruire dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie, senza rinunciare ai valori propri della persona umana. Dato che nessuna situazione storica è in sé bloccata e fatale, gli inconvenienti prodotti dal macchinismo e dall'automatismo sono eliminabili, anche se attualmente si assiste a una situazione di crescente ansietà e di angoscia dell'uomo di fronte alla macchina. Tra le sue opere: Problemi del macchinismo in URSS e nei paesi capitalistici (1934), Problemi umani del macchinismo industriale (1946), Dove va il lavoro umano? (1951), L'uomo e la tecnica (1968) (Parigi 1902-1977).