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Fratelli della Costa.

Membri di una potente confraternita di pirati che, verso la metà del Seicento, aveva sede nell'isola di Tortuga, a qualche miglio di distanza dalla costa settentrionale dell'isola di Hispaniola. Erano quasi tutti bucanieri o filibustieri, canaglie per lo più di origine francese o inglese che, con le loro scorrerie ai danni dei navigli spagnoli, avevano conquistato il dominio del Mar delle Antille. Sembra che godessero anche della protezione del governatore di Hispaniola, Bertrand d'Ogeron, e di quello della Giamaica in quanto essi costituivano una perenne minaccia per la potenza del re di Spagna. Erano legati dal matelotage, ovvero un patto di reciproca assistenza che riuniva, a due a due, tutti i Fratelli. Il matelot difendeva in ogni occasione il proprio compagno, partecipava agli stessi combattimenti e, in caso di morte, ereditava dall'amico fidato tutte le sue sostanze. In caso di ferite o di mutilazioni ogni Fratello aveva diritto ad una specie di indennità che gli veniva assegnata prelevandola dal bottino comune. Animati in genere da una grande ferocia i F. della C. erano però assai disciplinati e proprio questa disciplina era la forza vera della confraternita. Terminata un'impresa sul mare, scendevano a terra e vi rimanevano finché non avevano dato fondo ai frutti delle loro ruberie. Vestivano una sorta di uniforme costituita da calzoni corti, scarpe di cuoio e una corda attorcigliata attorno al capo. Il regolamento che essi erano tenuti a rispettare era piuttosto rigido.