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Fozio.

Teologo bizantino. Nacque da ricca e nobile famiglia imparentata con la casa regnante ed iniziò la propria carriera politica come responsabile della cancelleria imperiale. Uomo di vastissima cultura, professore all'università di Costantinopoli, F. venne nominato nell'858 patriarca di Costantinopoli da Barda, un ministro di Michele III condotto al potere da una congiura di palazzo, il quale così tentava di assicurarsi un prezioso alleato politico. Questa elezione venne immediatamente contestata sia da un punto di vista procedurale, giacché essendo F. un laico non poteva assumere un incarico di così vasta responsabilità, sia soprattutto da un punto di vista politico da parte di un importante gruppo di vescovi. Infatti il predecessore di F., il patriarca Ignazio, era stato cacciato dalla sua carica perché sospetto al nuovo regime, e relegato dal potente ministro Barda in un'isola, dopo che gli era stata strappata un'abdicazione al patriarcato; questo procedimento naturalmente poneva in discussione tutti gli atti che Ignazio aveva compiuto in veste di patriarca, compresa la designazione dei nuovi vescovi. Questi ultimi quindi pretesero da F., in cambio dell'accettazione della sua carica, la promessa di ritenere sempre per valido il patriarcato di Ignazio e quindi gli ordini sacri conferiti da lui. Questo accordo ebbe breve vita: il gruppo di vescovi legati ad Ignazio tentarono un colpo di mano e dichiararono decaduto F.; questi rispose con energia e tempestività; convocò un sinodo e fece dichiarare nulla sia l'elezione sia tutti gli atti del suo predecessore. I partigiani di Ignazio non disarmarono; recatisi a Roma, ottennero dal papa Niccolò I una piena condanna di F., a cui questi rispose con la sua usuale energia scomunicando addirittura il papa stesso, in seguito anche a pressioni politiche che vedevano con poco favore la decisione da parte di Niccolò I di stabilire la giurisdizione di Roma sulla Bulgaria. Quando sembrava che nulla potesse comporre questo dissidio, intervenne un fatto esterno che pose tutto nuovamente in discussione: Basilio I assassinava infatti Michele III, grande sostenitore di F., e quest'ultimo veniva condannato ed esiliato. Il ritorno di Ignazio al patriarcato non durò a lungo, giacché poco dopo questi moriva; F. ebbe così modo di farsi eleggere nuovamente patriarca di Costantinopoli, malgrado l'opposizione di molti, finché, dopo circa un decennio, l'imperatore Leone VI lo costrinse ad abdicare nuovamente. Egli allora si ritirò in un monastero, ove morì. La tormentata vita di F. si inquadra in realtà in un complesso processo storico di cui egli fu uno dei protagonisti: con lui infatti si giunge alla piena indipendenza spirituale e religiosa del mondo bizantino dalla Chiesa occidentale, e, nel contempo, alla rinascita culturale bizantina che determina un notevole progresso negli studi scientifici e letterari. F. raccolse infatti intorno a sé un gruppo di studiosi che si dedicarono alla discussione di libri del più vario contenuto, dalla teologia alla filosofia, dal diritto alle scienze naturali, alla medicina: non a caso l'opera più nota di F. reca appunto il titolo di Biblioteca, e contiene i resoconti dei libri letti in tali riunioni. Tale interesse di F. per la cultura profana fu un elemento non secondario all'opposizione dei settori più tradizionalisti nei confronti della sua persona, anche se in realtà egli non espresse mai posizioni teologiche chiaramente eretiche e in contrasto con la posizione della Chiesa ufficiale. Da un punto di vista strettamente filosofico è interessante notare che con F. si determina nella cultura bizantina un atteggiamento di sospetto e di diffidenza verso Platone, quale era interpretato dal neo-platonismo, e come invece si preferisca la posizione aristotelica, intesa come la filosofia del realismo e della ricerca metodica e logica (Costantinopoli 820 circa - 895).