1 | INTRODUZIONE |
Foro romano (latino forum, 'luogo del mercato' o 'luogo aperto'), termine con cui gli antichi romani indicavano l'ampio spazio rettangolare e aperto, al centro di una città, che costituiva il luogo di riunione dei cittadini. In origine spazio non recintato, privo di edifici, nel quale ci si riuniva nei giorni di mercato e in occasione di feste religiose, elezioni o altri avvenimenti di carattere pubblico, divenne il centro politico dove si trovavano gli edifici civici e amministrativi e i templi più importanti.
2 | FUNZIONE |
Ogni città romana possedeva un foro, che non serviva soltanto come luogo in cui si trattavano affari politici o commerciali, ma originariamente anche come arena per giochi pubblici, svaghi, rappresentazioni teatrali, combattimenti di gladiatori e gare. Di questo tipo era il foro principale di Roma, il forum romanum, dotato di portici che sostenevano gallerie per gli spettatori. A mano a mano che la città cresceva, tuttavia, divenne necessario creare un foro destinato appositamente agli affari legali e amministrativi (forum civile), oltre a diversi fori per i commerci (fora venalia), ciascuno destinato alla vendita di una merce particolare. In questi ultimi si vendevano bestiame, ortaggi, pesce, cereali e vino. I negozi (tabernae) erano situati attorno alla piazza del foro e spesso sulle strade che conducevano a essa. Oltre ai fori all'aperto, alcune città avevano anche mercati coperti. Il termine forum divenne gradualmente sinonimo di mercato e fu impiegato come epiteto descrittivo nei nomi di molte città sedi di mercato, come Forum Livii (Forlì).
I templi del foro non avevano solo scopi religiosi: a Roma, il tempio della Concordia era usato dal senato come luogo di riunione e il tempio di Saturno serviva come tesoreria dello stato e ospitava i documenti delle finanze statali (finché non venne sostituito dal tabularium). Il centro del foro era normalmente così pieno di statue, altari, archi e altri monumenti, che lo svolgimento degli affari ne era seriamente ostacolato.
3 | STORIA |
Il primo foro di Roma si trovava tra i colli Palatino, Campidoglio e Quirinale, area in cui, prima del 500 a.C., la palude venne prosciugata, e fu adibita a piazza del mercato. All'angolo nordoccidentale c'era un'area per le riunioni dei cittadini. La monumentalità del Foro romano fu considerevolmente accresciuta dalla costruzione dei templi di Saturno, di Castore e Polluce e della Concordia. Il primo tribunale, la basilica Porcia, fu costruito nel 184 a.C. e fu seguito poi dalle basiliche Emilia, Sempronia e Opimia. Le basiliche diedero al foro un caratteristico aspetto a colonnati. Nel 54 a.C., per decongestionare il Foro romano, Giulio Cesare iniziò la costruzione di un nuovo foro cinto da mura, che aveva come edificio principale il tempio di Venere Genitrice. Vicino a questo nuovo foro, verso il 20 a.C., Augusto fece costruire un foro ancora più grande, incentrato sul tempio di Marte Ultore. Seguirono il foro di Vespasiano, che sorgeva attorno al tempio della Pace; il foro iniziato da Domiziano e completato da Nerva, nel quale vi era un tempio consacrato a Minerva; e infine il grandioso foro di Traiano, che comprendeva la basilica Ulpia, la colonna di Traiano e il tempio di Traiano (aggiunto successivamente dall'imperatore Adriano). Questi cinque fori imperiali comunicavano con il Foro romano secondo una linea continua che si estendeva verso nord e verso est.
I goti che invasero Roma nel V secolo d.C. non provocarono gravi danni ai fori imperiali, mentre il loro deterioramento divenne sensibile nel IX secolo e gli antichi edifici vennero in gran parte distrutti nel grande incendio del 1084, durante l'invasione del normanno Roberto il Guiscardo. Gli edifici abitabili furono convertiti in fortezze e durante il Rinascimento i blocchi di pietra provenienti dagli edifici dei fori furono riutilizzati altrove. Ridotta a terreno abbandonato, l'area era conosciuta come Campo Vaccino nel XIX secolo, quando fu avviato il restauro dei monumenti superstiti. Scavi archeologici e interventi urbanistici (culminati, fra le due guerre mondiali, nella realizzazione della grande arteria viaria dei fori imperiali che congiunge piazza Venezia e il Colosseo) hanno restituito, pur con discutibili concessioni alla 'grandiosità', gran parte del complesso monumentale.