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Formalismo.

Attaccamento alla forma esteriore: rigorosa osservanza della formalità. ║ Movimento letterario e filosofico russo fiorito tra il 1914 e il 1928. Ebbe inizio con un opuscolo di V. Sklovskij, Voskresenie slova (Resurrezione della parola) (1914) che propagandava il Cubo-futurismo. Dalla propaganda del Futurismo, i formalisti ben presto passarono allo studio dei problemi della lingua poetica. I formalisti consideravano l'opera letteraria pura forma ovvero relazione di materiali. Pubblicarono raccolte collettive, scrissero romanzi storici, si occuparono di cinema, e fiancheggiarono l'attività poetica di V. Majakovskij dopo la rivoluzione. ● Filos. - La considerazione puramente formale della realtà o di un ordine di conoscenze: così vi è un f. scientifico, logico, morale, estetico. ● Lett. e Arte - In letteratura, come nelle arti, è la prevalenza data alla forma, o meglio ai valori formali, rispetto al contenuto, per cui non contano tanto le cose e i sentimenti da esprimere, quanto il modo di esprimerli, la parola o il colore o il suono in sé, e l'armonia o piuttosto l'euritmia esteriore, lo stile accademicamente o retoricamente inteso. Il f. è proprio dei periodi di decadenza nella storia di una letteratura o di un'arte. Ma una grande arte o poesia non è mai formalistica, se non in senso superiore, della forma filosoficamente intesa, cioè implicante in sé, in unica sintesi, anche il contenuto. La polemica contro il f. in arte ha assunto particolare rilievo di recente, soprattutto per opera della critica marxista. ● Mat. - In senso tecnico f. è la sistematica trasformazione in formule dei problemi geometrici, meccanici, fisici, ecc. operata dalla matematica. ║ In senso filosofico f. è la tendenza che vorrebbe completamente escludere dalle matematiche ogni ricorso all'intuizione (all'esperienza sensibile), dando ad esse un fondamento puramente logico; la scuola del f. matematico ebbe per primo e massimo esponente D. Hilbert.