Storica dimora reale, di notevole interesse artistico, scelta come luogo di
soggiorno dalla corte francese dal 1160 al 1870. Costruzione grandiosa e
complessa, consta di numerosi edifici risalenti ad epoche diverse. I resti
più antichi sono da identificarsi in un torrione, che ospita il salone di
S. Luigi, e nella planimetria della Cour ovale (sec. XII). Utilizzato in
età medievale dai sovrani di Francia come casino di caccia, il
C. di
F. visse il suo periodo di massimo splendore durante il regno di Francesco
I, re mecenate protettore delle arti. Questi, reduce nel 1525 dalla prigionia in
Italia e in Spagna, decise infatti di ricostruire il castello in forme
rinascimentali affidandone l'elaborazione del progetto e la elaborazione dei
lavori all'architetto parigino Gilles Le Breton. Iniziata nel 1527-28, la nuova
costruzione rispecchia i gusti italianeggianti della cultura francese dell'epoca
ed appare improntata ad una semplicità strutturale e decorativa di stampo
"classico", in contrasto con l'esuberanza gotica dei precedenti castelli (Blois,
Chambord, Chenonceaux), dove si avvertono ancora fortissime le seduzioni del
vecchio stile
flamboyant. Risale all'epoca di Francesco I la celebre
Cour du Cheval Blanc o
des adieux con la stravagante scalinata a
spirale (detta del Ferro di cavallo) aggiunta nel 1634 da Jean du Cerceau. I 5
padiglioni che costituiscono l'edificio principale prospiciente il cortile sono
stati in seguito ampiamente rimaneggiati. Degne di nota sono la
Porte
Dorée, decorata dal Primaticcio, la Scala del re, la Sala da Ballo
iniziata da Gilles Le Breton e terminata da Ph. Delorne per Enrico II, con scene
di carattere mitologico opera del Primaticcio e di Nicolò dell'Abate, e
la splendida Galleria di Francesco I, sontuosamente affrescata dal Rosso
Fiorentino (1533-40 circa) con pannelli di contenuto mitologico-allegorico,
incorniciati da stucchi scolpiti. Nuovi corpi di fabbrica furono fatti costruire
nei secoli successivi da Enrico IV, Luigi XIII, Luigi XV e Luigi XVI che
attuarono radicali trasformazioni anche negli ambienti interni del palazzo. Il
C. di F. divenne quindi la residenza di Napoleone I che lo preferì
a Versailles, e vi apportò ulteriori rimaneggiamenti, in particolare nei
Grandi e Piccoli Appartamenti, occupati da lui e dalla moglie Giuseppina e
arredati in stile impero. Fu nella
Cour du Cheval Blanc che Napoleone,
all'indomani della sua abdicazione firmata nel Salon Rouge del castello (1814),
e prima della sua partenza per l'esilio dell'isola d'Elba, diede l'addio ai
granatieri della Vecchia Guardia. Alcune sale del Castello ospitano il Museo
d'Arte Cinese con ingresso nella
Cour de la Fontaine, così
chiamata per la bella fontana che vi sorge al centro (opera di Petitot,
1812).