Ballerino e coreografo russo. Dopo
essersi diplomato alla Scuola imperiale di balletto a Pietroburgo, esordì
a 18 anni come ballerino, divenendo danzatore principale (solista) nel 1904.
Passato alla coreografia, ottenne un clamoroso successo con l'assolo
La
morte del cigno, composto nel 1905 per la Pavlova e ripreso poi nel corso
del secolo da molte altre grandi ballerine. Innovatore del teatro di danza,
esplicò la sua straordinaria creatività nell'irripetibile
stagione dei Ballets Russes di Diaghilev, compagnia per la quale compose i suoi
capolavori:
Les Sylphides (musica di Chopin),
Le danze polovesiane
del principe Igor (musica di Borodine),
Carnaval,
Le spectre de
la rose,
L'uccello di fuoco (1910) e
Petrushka (1911) di
Stravinskij,
Daphnis et Chloé (1912) di Ravel, balletti che
offrirono al grande danzatore Nijinskij l'estro per indimenticabili
interpretazioni. Rispettoso della grande tradizione classica, ma attratto nel
contempo da esigenze di libertà espressiva, in una famosa lettera scritta
al “Times” di Londra nel 1914,
F. espresse con chiarezza la
propria posizione teorica, propugnando la necessità di integrare in un
tutt'uno armonico coreografia, libretto, musica e scenografia. Abbandonata
la compagnia dei Ballets Russes quando Diaghilev manifestò l'intento di
affidare a Nijinskij il compito della coreografia,
F. fu coreografo dei
Ballets Russes di Monte-Carlo di René Blum, con i quali portò al
Maggio musicale fiorentino nel 1938 i balletti
Don Juan di Gluck e
L'épreuve d'amour; e collaborò anche con il Teatro alla
Scala di Milano, creando le coreografie per
Samson et Dalila di
Saint-Saëns e
L'amore delle tre melarance di Prokof'ev. A New York,
dove si stabilì definitivamente, creò le sue ultime opere:
Barbablù (musica di Offenbach-Dorati, 1941) e
Il soldato
russo (musica di Prokof'ev, 1942) (Pietroburgo 1880 - New York 1942).