Sono i composti del fluoro e di un altro elemento; non tutti però sono
derivati dall'acido fluoridrico, ma solo quelli di tipo salino. Questi sono in
generale caratterizzati dal fatto che l'elemento metallico da cui essi derivano
esplica sempre un elevato grado di ossidazione. Citiamo alcuni esempi:
UF
6, WF
6, MoF
6, PtF
6,
VF
5, ecc. Questi
f., nonostante il loro peso molecolare, sono
molto volatili, onde sono spesso impiegati. Caso tipico è l'uso
dell'esafluoruro di uranio UF
6 per la concentrazione dell'uranio
naturale nell'isotopo fissile isotopo ²
35U, compiuta per
diffusione allo stato gassoso previa trasformazione dell'uranio in
UF
6. Altri
f. come WF
6, MoF
6 e
VF
5 trovano impiego nella metallizzazione sotto vuoto: questi metalli
(tungsteno, molibdeno e vanadio) non si possono depositare puri da soluzioni,
mentre è facile la deposizione dai loro vapori a mezzo piroscissione
degli stessi o riduzione con idrogeno. I
f. di metalli in soluzione
acquosa vengono fortemente idrolizzati se derivano da basi forti. Molti di essi
mostrano tendenza a formare sali doppi fra loro o con sali di altri acidi. Altri
fluoruri si ottengono con i non metalli, e sono detti generalmente
f. non
salini. Ad esempio il fluoro si combina persino con gli altri alogeni, dando una
serie di composti come ClF, ClF
3, BrF, BrF
3,
BrF
5, IF
5, IF
7, ecc. Altri composti sono
formati con lo zolfo, col fosforo, con azoto e con altri non metalli. Il
trifluoruro di boro BF
3 è usato in chimica organica come
catalizzatore, in quanto dà facilmente legami dativi. Il fluoruro di
silicio SiF
4 è già stato citato: esso è molto
volatile e tossico, e costituisce un serio pericolo nelle lavorazioni di
minerali fluorurati. Sempre fra i
f. non salini andrebbero annoverati i
composti con l'ossigeno tipo OF
2, O
2F
2, e
F
2O
3, i quali dovrebbero chiamarsi più esattamente
f. di ossigeno, e non ossidi di fluoro come si dicono comunemente. Di
questi lo F
2 O
3 presenta una possibile importanza pratica
oltre che teorica. Esso è infatti un fortissimo ossidante, ed i prodotti
che ne derivano (ossidando ad es. idrogeno liquido o un idrocarburo) hanno basso
peso molecolare: ciò lo rende interessante come comburente per missili
chimici. Dati i problemi connessi all'uso di composti così instabili o
del fluoro liquido nei missili, si sono sperimentati altri composti più
maneggevoli, sempre fluorurati, come la fluoroidrazina
N
2F
4 o la difluorourea H
2NCONF
2.
L'uso del fluoro o dei suoi composti in questo campo è però ancora
allo stato sperimentale. I trifluoruri di certi elementi (como boro, antimonio e
arsenico) possono dare dei composti di addizione, detti composti di fluoronio,
con altri
f. del tipo SF
4, ClF
3, IF
7,
SOF
4, ecc. In questi composti infatti (che sono solidi a legame
eteropolare) si hanno ioni del tipo SF
3+,
BF
4-, CLF
2+
SbF
6-, ecc., che presentano una certa similitudine con
altri ioni come l'ammonio, il fosfonio, ecc. Molti
f. si usano poi come
agenti fluoruranti in chimica organica.