Gruppo formato da cinque giovani architetti statunitensi il cui messaggio,
secondo Arthur Drexler, rappresenta, in termini psicologici, una "alternativa al
romanticismo politico" prendendo a prestito richiami ai vocabolari di Gropius,
di Neutra e di Louis Kahn, ricorrendo ai principi di Le Corbusier del 1920/1930
e rifiutandone la fase baroccheggiante. Il gruppo è spesso ferocemente
attaccato dai critici e particolarmente da Peter C. Papadementriou che ne
stronca le teorie, il formalismo, l'aristocratico isolamento, gli interessi
universitari cui i cinque sono legati, il modo inconsueto di farsi la
pubblicità. Ma il loro errore principale, a detta dei maggiori
architetti, è quello di non voler far conoscere il loro vero
orientamento, di rifiutarsi di pubblicare le fotografie degli edifici da essi
realizzati (mai in collaborazione ma singolarmente) e che quasi sempre
presentano aspetti positivi. Al gruppo vanno attribuite le case di cartone
progettate da Eiseman, la Casa Smith a Long Island, la residenza dell'arch.
Gwathmey, pure a Long Island, le case unifamiliari minuziosamente studiate in
ogni dissonanza di trame e di incastri, eleganti, asettiche, puritane, a volte
persino liriche. I componenti del gruppo sono gli architetti Peter Eisemann,
Michael Graves, Charles Gwathmey, John Heiduk e Richard Meier, tutti nati tra il
1929 e il 1938. Si dichiarano entusiasti dell'opera di Giuseppe Terragni mentre
sono avversari del "gruppo di Filadelfia" capitanato da Robert Venturi.