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Fitotumori.

Bot. - Tumori delle piante provocati da batteri, da funghi, da virus a causa dei quali alcune cellule vegetali si moltiplicano in modo abnorme continuando tuttavia a rimanere sempre uguali a se stesse con un potere di moltiplicazione pressoché illimitato. Altri tipi di tumori, sempre delle piante, sono invece di origine genica: in una pianta di tabacco, per esempio, se si causa la lacerazione di un tessuto (distacco di una foglia, di un petalo del fiore, ecc.) con conseguente distruzione di un certo numero di cellule, si forma un tumore. Di regola le piante riescono a chiudere le loro ferite con la formazione di nuove cellule, che però arrestano la loro moltiplicazione rivestendo la parte "malata" con una parete cellulare suberificata (di sughero); tale rimarginazione di una ferita equivale, più o meno, alla cicatrice che si forma sul nostro corpo. Ma in certi ibridi del tabacco (Nicotiana) le cellule della zona adiacente alla ferita continuano a rinnovarsi illimitatamente, dando così luogo al tumore; caratteristica di queste cellule tumorali è che se esse vengono innestate in una pianta sana danno luogo immancabilmente a dei tumori; per di più esse sono in grado di sintetizzare, anche in assenza di clorofilla, utilizzando al suo posto saccarosio e sali minerali, tutte le sostanze a loro necessarie, comprese le sostanze, od ormoni di crescita, tipiche dei vegetali (acido indolacetico, soprattutto). I tumori provocati da virus si propagano da pianta a pianta grazie all'intervento di certi insetti e particolarmente dei cicadellidi; tuttavia il tumore insorge soltanto quando il virus è deposto in prossimità di una ferita.