Uomo politico italiano. Entrato a far parte del Fronte della Gioventù
(l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano) fin dal 1969, nel
1971 si trasferì da Bologna a Roma dove, nel 1975, si laureò in Pedagogia
all'università La Sapienza. Nel 1977 fu nominato segretario nazionale del
Fronte della Gioventù da Giorgio Almirante, con lo scopo di dare una guida
moderata a un'organizzazione che tendeva sempre più a estremizzarsi. Giornalista
professionista dal 1979, fino al 1983 lavorò al "Secolo d'Italia", il quotidiano
del MSI. Entrò in Parlamento nel 1983 nelle file del MSI, di cui fu segretario
dal dicembre 1987 al gennaio 1990, succedendo a Giorgio Almirante. Dopo due anni
di segreteria incolore,
F. fu costretto a cedere la guida del partito a
Pino Rauti, leader dell'ala più conservatrice; contrappostosi a Rauti con fermezza,
si manifestò politico abile e attivo, tanto da essere rinominato segretario del MSI
nel luglio 1991. Sotto la sua guida il partito guadagnò progressivamente consensi
nelle elezioni politiche del 1992 e nelle amministrative del 1993, assumendo un
carattere sempre più liberaldemocratico. Il 22 gennaio 1994
F. fondò la
nuova formazione Alleanza Nazionale (V.); risoluto a fare del suo partito una
forza conservatrice di Governo sul modello europeo e ad abbandonare i legami
con la tradizione fascista, nel 1994 aderì alla coalizione del Polo delle libertà -
che avrebbe vinto le elezioni politiche di maggio - raggiungendo il grande obiettivo
di creare una "destra di Governo". Durante il Congresso di Fiuggi del gennaio 1995,
venne decretato lo scioglimento ufficiale del vecchio MSI (le cui correnti, eccetto quella
di Rauti, confluirono in AN) e
F. fu eletto presidente di Alleanza Nazionale.
In occasione delle elezioni politiche del 1996, si presentò nuovamente nelle
liste del Polo delle Libertà e fu eletto deputato. Consigliere comunale di Roma nel
1997, ricoprì la carica di vicepresidente del Consiglio nel secondo Governo Berlusconi,
in carica dal maggio 2001. Nel luglio
2002 fu artefice della contestata legge sull'immigrazione - conosciuta come
legge Bossi-F.
- che introdusse norme più severe per l'ingresso e la permanenza in Italia degli
immigrati. Nel novembre 2003, operando una frattura sempre più marcata con la tradizione
fascista e compiendo un ulteriore atto per rendere la destra italiana moderata ed europea,
compì un viaggio in Israele e condannò esplicitamente le leggi razziali italiane del 1938.
Nel novembre 2004 fu nominato ministro degli Esteri al posto di Franco Frattini,
entrato nella Commissione Europea.
Il doppio incarico di vicepresidente del Consiglio e ministro
degli Esteri gli venne confermato dal terzo Governo Berlusconi, varato
all'indomani della crisi della Casa delle Libertà, in seguito alla sconfitta
nelle elezioni regionali del 2005. Con la sconfitta
alle elezioni politiche dell'aprile 2006,
F. mantenne Alleanza Nazionale
all'interno della CdL, passando con essa a una decisa opposizione in Parlamento.
Dopo la caduta del Governo Prodi,
F. decise di presentarsi alle elezioni anticipate
sotto il simbolo del Popolo della Libertà, il nuovo soggetto politico di centro-destra voluto da Sivio Berlusconi.
Dopo la vittoria elettorale del 14 aprile 2008,
F. venne eletto Presidente della Camera dei Deputati della
XVI legislatura e la presidenza di AN venne affidata in reggenza a Ignazio La Russa, nell'attesa del congresso
che avrebbe sancito lo scioglimento del partito nella nuova formazione politica unitaria.
Tra le pubblicazioni di
F. ricordiamo
Un'Italia civile (1999) e
L'Europa che verrà (2003), testo ispirato a un
convinto europeismo (n. Bologna 1952).
Gianfranco Fini