Pseudonimo di
Antonio Averlino. Orafo e architetto italiano. Si
affermò dapprima come orafo e scultore, prendendo parte ai lavori del
Ghiberti per la porta del Paradiso del Battistero fiorentino, ed eseguendo a
Roma la grande porta della Basilica Vaticana (1433-1445). Nel 1451 Francesco
Sforza lo chiamò a Milano con funzioni di architetto. Incaricato di
rendere meno severa la fronte del Castello che guardava la città,
progettò quella torre maggiore che tuttora, ricostruita con libera
interpretazione delle forme originarie, porta il suo nome. Nel 1456 si
dedicò ai progetti del nuovo Ospedale cui diede la propria opera dal 1460
al 1465, risolvendo la decorazione architettonica dell'edificio con la fantasia
di orafo, quella fantasia che traspare anche dai disegni del
Trattato di
architettura, scritto negli stessi anni e dedicato al duca di Milano
(Firenze 1400 circa - 1465 circa).