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Fieno.

Foraggio essiccato e fermentato, mediante la fienagione. Nel f. si hanno, rispetto alle erbe, mutamenti dei caratteri organolettici e del valore alimentare, risultando esso più digeribile, aromatico ed appetibile. ║ F. silo: f. trattato secondo il sistema cremasco, consistente nell'ammucchiare e comprimere nel silo, ermeticamente chiuso, foraggio parzialmente essiccato. ● Bot. - F. greco o trigonella: pianta erbacea delle papilionacee, resistente alla siccità, coltivata come foraggera nelle zone calde o temperato-calde. I semi servono come mangime. ● Zoot. - F. sintetico, detto anche f. a strisce: un nuovo alimento usato, per ora, per i bovini. Il f. è fabbricato con scarti cellulosici, dalla paglia ai residui di ortaggi, dalla sansa ricavata dalla lavorazione delle olive agli arbusti di qualunque tipo, trattati con urea (prodotto di sintesi petrolchimica) e con aggiunta di farine, di cereali e di sali minerali. L'invenzione di questo poco costoso alimento è dovuta al chimico industriale Carlo Mazzanti di Urbino che lo ha largamente sperimentato sui vitelli da lui espressamente allevati. L'esperienza ha dimostrato che i bovini gradiscono questo insolito nutrimento e che la loro crescita avviene in modo del tutto regolare. Gli scarti cellulosici (rovi, erbacce, ortiche, cortecce d'albero, bucce di semi di arachide, ecc.) vengono triturati e sminuzzati a caldo; vi si aggiunge il 3% di urea, qualche penna di pollo, i microelementi (sali) e il tutto viene amalgamato secondo un procedimento segreto; la poltiglia, essiccata, è fatta passare in un laminatoio che la riduce in strisce larghe una ventina di centimetri. L'uso del f. sintetico dimezza le spese per alimentare i bovini e può essere ottenuto anche dove non ci sono pascoli; dove questi esistono, il terreno può essere riservato ad altre colture.