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Fiaba.

Racconto fantastico, di origine popolare, ricco di elementi magici. ║ Per estens. - Racconto inverosimile, fandonia: son tutte f.

● Encicl. - Rispetto alla favola la f. si differenzia per la presenza di protagonisti dotati di poteri magici, che permettono loro di affrontare situazioni avverse e di trionfare sul male; il racconto fiabesco, inoltre, si svolge sempre al di fuori delle categorie normali di tempo e spazio, in luoghi e tempi meravigliosi e irreali. Le f. ebbero origine in tempi remoti: in alcune di esse si possono ancora riconoscere tracce di antiche credenze in esseri soprannaturali e di altrettanto antiche usanze. Esempi di codificazione letteraria della f. si rintracciano in numerose opere letterarie dell'antichità: il Gilgamesh, il Talmūd, il Pañcatantra, le Mille e una notte. Pur non esistendo come genere autonomo presso i Greci e i Romani, elementi narrativi e strutturali riconducibili a quelli fiabeschi sono comunque presenti anche in alcuni dei più celebri documenti letterari delle civiltà classiche, come l'Odissea, le Metamorfosi di Ovidio, l'Asino d'oro di Apuleio. In epoca medioevale la f. continuò a vivere in Occidente per tradizione orale e popolare. In Italia tornò ad essere oggetto di rielaborazione letteraria nel Cinquecento, grazie all'opera di G.F. Straparola, che ne compilò una raccolta intitolata Le piacevoli notti; nel secolo successivo il Cunto de li cunti di G.B. Basile rappresentò una delle massime espressioni letterarie del suo tempo e insieme il massimo grado di elaborazione artistica della f. Dopo l'attenzione dedicata al genere dai letterati illuministi, il Romanticismo esaltò la f. come espressione di poesia ingenua e popolare: furono iniziate in ogni Paese raccolte sistematiche, prima fra tutte quella delle Fiabe familiari e infantili (V.) dei fratelli Grimm. Molti furono gli scrittori che si dedicarono alla composizione di f.; fra di essi Andersen, Puškin, Afanas'ev, Poe, Hoffmann, Carroll, Wilde e in Italia soprattutto C. Collodi (Pinocchio). Il genere fiabesco ha mantenuto la sua importanza anche nel corso del Novecento, quando, per limitarci alla letteratura italiana, è stato coltivato da scrittori quali Rodari e Calvino (200 Fiabe italiane). Un posto a parte va riservato alla f. drammatica, già apparsa nell'Inghilterra elisabettiana con Shakespeare (Sogno d'una notte di mezza estate; La Tempesta), e che godette di larga fortuna anche nel XVIII sec., con la produzione teatrale di G. Gozzi (Fiabe teatrali), e nel XIX sec., con le opere di von Hofmannsthal, Tieck, Fouqué, Maeterlinck.

La fiaba è un testo narrativo di tipo " fantastico ", in cui le cose che succedono hanno spesso caratteristiche " magiche " e non " reali ". Naturalmente ci sono dei personaggi, ma quali? Il personaggio principale della fiaba, di solito rappresenta l'Eroe. C'è poi un Antieroe che crea dei problemi e un Aiutante, che aiuta a risolvere i problemi. Spesso si trova anche un Elemento Magico. Il tempo nelle fiabe di solito non è ben definito, ma è piuttosto imprecisato : " C'era una volta ... "