Filosofo tedesco. Studiò teologia a Heidelberg. Presto divenne seguace di
Hegel e nel 1824 si recò a Berlino dove ascoltò il maestro. Fu
(1828-32) libero docente a Erlangen; abbandonò quindi la carriera
dell'insegnamento accademico e visse dal 1836 nel villaggio di Bruckberg, poi,
colpito da gravi strettezze finanziarie, sul Rechenberg, presso Norimberga. Dopo
una prima adesione all'hegelismo, passò alla critica più radicale
in quanto l'autocoscienza dell'idealismo che culmina nel
Geist o Spirito
assoluto di Hegel, non è che lo spirito umano elevato ad assoluto.
Così nelle opere mature, quali
Das Wesen des Christenthums (Lipsia
1841) e
Vorlesungen über das Wesen der Religion (1848), afferma il
caposaldo della sua critica, cioè che
il segreto della teologia
è l'antropologia. Occorre perciò rovesciare il punto di vista
tradizionale che vede nella divinità una realtà superiore alla
natura umana da cui l'uomo dipende: l'unica realtà da cui l'uomo dipende
è la natura che diventa l'effettivo oggetto del rapporto dell'uomo
all'essere. Il materialismo antropologico di
F. è stato il punto
di partenza del materialismo dialettico di K. Marx. Così nel processo
storico del teismo della filosofia greco-cristiana al panteismo della filosofia
moderna, al suo antropologismo materialista,
F. vedeva la completa
liberazione della regione umana dalla finzione metafisica. Fra le sue opere:
Gedanken über Tod und Unsterblichkeit (Norimberga 1830);
Pierre
Bayle;
Grandsätze der Philos, der Zukunft (Zurigo 1843);
Das
Wesen der Glaubens im Sinne Luthers (Landshut 1804 - Rechenberg 1872).