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Ferrari, Enzo.

Industriale italiano. Scampato agli orrori del primo conflitto mondiale, nell'inverno 1918-19 parte per Torino in cerca di lavoro. Trova impiego come collaudatore presso una piccola industria per la trasformazione di autocarri leggeri in autotelai da carrozzare. Questa parentesi gli apre le porte alla CMN, una fabbrica milanese che, fra l'altro, costruisce auto da corsa. F. debutterà presto come pilota e le sue felici postazioni gli faranno guadagnare l'assunzione nella squadra ufficiale dell'Alfa Romeo. Inizia così un'unione durata 20 anni e che, sotto certi aspetti, non si concluderà mai. Mentre la sua carriera di pilota rallenta sempre di più, fino a concludersi definitivamente nel 1931, nel 1929 compie un passo determinante per il futuro: fonda a Modena la scuderia Ferrari. Nata come organismo strettamente legato all'Alfa, la scuderia modenese diventa in breve un distaccamento della Casa e giunge ad avere una vera e propria squadra ufficiale con piloti del calibro di Varzi e Nuvolari. Nel 1938, in seguito a tensioni nei rapporti, F. si separa dall'Alfa. Nel 1947 debutta in pista la prima Ferrari da corsa e nel 1951 Gonzales vince a Silverstone su una vettura del Cavallino, lasciandosi alle spalle l'Alfa. Dopo l'incidente mortale occorso a Villeneuve nel 1982, che provoca polemiche sulla sicurezza delle auto da corsa, e in seguito alla morte del figlio Dino (1956), F. comincia a condurre una vita sempre più ritirata nel suo eremo a Maranello; non assiste più nemmeno alle prove delle sue auto, le quali continuano a lottare con le migliori antagoniste, rimanendo degne del mito legato alla "rossa di Maranello" (Modena 1898 - Maranello 1988).
"Ferrari, l'uomo delle automobili" di Giovanni Lurani