Azione ed effetto del fecondare. ● Biol. - Processo di fusione dei nuclei
della cellula sessuale maschile (spermatozoo) e della cellula femminile (ovulo)
negli organismi superiori e nella generazione sessuata di alcuni organismi
inferiori. è il fenomeno terminale della riproduzione sessuale degli
esseri viventi. La
f. può avvenire all'esterno del corpo della
femmina, come per la maggior parte degli animali acquatici, o all'interno del
corpo, come in quasi tutte le altre specie. La
f. avviene quando uno
spermatozoo penetra all'interno dell'ovulo: allora la testa dello spermatozoo,
che contiene la sostanza nucleare condensata, si trasforma gradualmente in un
normale nucleo cellulare (
pronucleo maschile); questo si muove verso il
centro dell'ovulo fino a incontrarne il nucleo (
pronucleo femminile) e
inizia così la divisione cellulare e lo sviluppo dell'embrione. ●
Bot. - Nelle piante fanerogame i granelli pollinici portati dalle antere agli
stimmi per opera del vento, dell'acqua, degli insetti, si gonfiano emettendo un
prolungamento detto tubo o budello pollinico; questo scende nello stilo fino
all'ovario contenente gli ovuli e penetra nel canale micropilo fino a toccare la
nocella, dove affiora il sacco embrionale, fondendosi col suo contenuto. Nelle
crittogame superiori (felci) la
f. avviene per anteridii (organi
maschili) e per archegoni (organi femminili). ● Zoot. -
F.
artificiale: tecnica usata allo scopo di ottenere un'alta capacità
riproduttiva delle femmine (bovini, equini, ecc.) e per ragioni di natura
sanitaria, come quella di evitare le infezioni da monta (brucellosi,
tricomoniasi, affezioni tubercolari, tare ereditarie, ecc.). Il metodo della
f. artificiale ha avuto un grande sviluppo negli ultimi tempi nella
pratica veterinaria, tanto da aver assunto una posizione di primo piano nei
confronti del metodo naturale dell'accoppiamento. Grazie ad esso si giunge ad un
miglioramento degli allevamenti e all'eliminazione delle numerose malattie che
possono verificarsi con la pratica dell'accoppiamento. Le prime ricerche in
merito risalgono agli studi effettuati da Lazzaro Spallanzani (1729-1799) e
successivamente portati a termine da numerosi biologi, specialmente in Russia
intorno agli anni Venti e Trenta. Il metodo della
f. artificiale fu
valorizzato dopo il 1936, quando le malattie della sfera genitale, nei casi di
accoppiamento naturale, ebbero una così larga diffusione da compromettere
l'economia dell'allevamento dei bovini, specialmente nelle regioni dove si
ricorreva alle monte pubbliche. Per merito della
f. artificiale, oggi i
riproduttori possono essere utilizzati intensivamente mediante il frazionamento
del seme. Numerosi sono i vantaggi offerti dalla
f. artificiale:
riduzione della sterilità femminile; trasporto a domicilio del seme senza
necessità di costringere le femmine a inutili spostamenti; rapido
recupero del capitale impiegato per l'acquisto, per il mantenimento e per la
rimonta dei riproduttori maschi; possibile determinazione del valore genetico
dei giovani riproduttori, ecc. Unici inconvenienti sono: la diluizione del seme;
gli eventuali traumatismi del seme stesso che possono avere, in certi casi,
conseguenze dannose per la femmina; la mancanza dell'eccitazione che normalmente
accompagna l'accoppiamento (sincronismo sessuale); il pericolo di eccessiva
concentrazione dell'allevamento su pochi individui maschi, che potrebbe
sollevare il problema della consanguineità; la limitazione nella scelta
del maschio. Oltre che nell'allevamento bovino la
f. artificiale è
applicata anche per la riproduzione della specie equina, per quella delle api e,
meno, anche per altri animali di interesse zootecnico. ● Med. -
F. in
vitro (Embryo transfer): terminologia con la quale si identifica la tecnica
della
f. artificiale applicata nella donna per curare forme di
sterilità femminile e maschile non suscettibili di trattamento. Il
procedimento consiste nel prelievo diretto (attraverso laparoscopia o una
puntura transvescicale guidata ecograficamente) di uno o più ovociti dal
follicolo. Tali ovociti vengono fecondati in vitro con sperma del partner o di
un donatore e, dopo un'incubazione di circa 24-36 ore, si procede al loro
posizionamento nella cavità uterina. L'operazione deve avvenire nel
periodo dell'ovulazione. Gli esiti raggiunti sono buoni e sono numerosi i casi
di gravidanze portate a termine con tale tecnica.