Dottrina giurisdizionalista e corrente di pensiero cattolica. Si trattava di una
versione tedesca del gallicanesimo episcopale e faceva capo al vescovo ausiliare
di Treviri che l'aveva esposta nel trattato
De statu ecclesiae,
pubblicato nel 1763 sotto lo pseudonimo di G. Febronio. Egli aveva scritto
l'opera non mosso da ragioni razionalistiche, ma da istanze universali. Pur
essendo convinto che il primato di Roma fosse di origine divina e costituisse il
fulcro dell'unità della Chiesa, sosteneva, in difesa dei protestanti, che
essi si erano distaccati, non perché contestassero questo primato, ma
perché ne riprovavano gli abusi. Pertanto essi dovevano essere rimossi e
a tale scopo era necessario riportare il primato della Chiesa entro i limiti che
aveva in origine. Ciò significava restituire ai vescovi e ai principi i
diritti che il papa aveva loro usurpati. Non veniva inoltre riconosciuta
l'infallibilità, se non in forma limitata e attribuibile non al papa, ma
all'intero corpo della Chiesa. Come già van Espen, anche Febronio
riconosceva al papato solo un primato onorifico, facendo propria la concezione
dell'autorità relativa delle sacre scritture e della tradizione, e
mostrando per la Scolastica medioevale la stessa profonda avversione nutrita da
Lutero. Non riconoscendo l'infallibilità pontificia, diede un notevole
contributo alla dottrina della supremazia del Concilio sul papa. Per quanto
riguardava l'organizzazione delle Chiese locali, Febronio sosteneva
vigorosamente l'autorità dei principi più che dei vescovi,
giungendo a giustificare il rifiuto temporaneo di obbedienza al papa da parte di
un principe cattolico nelle questioni che non toccavano la sfera strettamente
religiosa. Profondamente avverso alla curia romana, esortò i principi a
unirsi per piegarne le pretese. Nel giro di un anno dalla sua pubblicazione, il
suo libro fu posto all'indice, ma si diffuse rapidamente ed ebbe una vasta
influenza in tutta l'Europa cattolica. Febronio non era isolato. La sua opera
era infatti il risultato del lavoro di un'importante corrente di teologi
riformatori che già da tempo godevano di una notevole influenza in
Germania e che, dopo l'uscita del suo libro, furono detti
febroniani. Il
primo tentativo di dare applicazione pratica ai principi febroniani in materia
di costituzione ecclesiastica si ebbe con la convocazione del congresso di
Coblenza presieduto dallo stesso Febronio. Un nuovo più importante
tentativo costituito dalle
Puntazioni di Ems (25 ottobre 1786) con cui i
tre vescovi-elettori renani, unitamente all'arcivescovo di Salisburgo, chiesero
la soppressione del ricorso a Roma, proponendo che in tutte le cause spirituali
il giudice di prima istanza fosse il vescovo e di seconda istanza l'arcivescovo.
In tal modo, il
f. assumeva una più precisa configurazione
politica ed esercitò una notevole influenza sulla politica religiosa di
Maria Teresa d'Austria e soprattutto del suo figlio e successore Giuseppe II,
che si dimostrò comunque assai più sensibile dei teologi
febroniani alle istanze laiche.