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Fables). Raccolta di brevi racconti fantastici dello scrittore francese
Jean-Pierre Claris de Florian (V.) (1755-1794).
Queste favole vennero scritte rifacendosi ampiamente, se pur con
originalità, alla tradizione favolistica che avevain La Fontaine il
proprio massimo esponente, tradizione che conservava ancora in Francia una vasta
popolarità; Florian in particolare inserì questi brevi racconti
nel mondo che gli era più congeniale, un mondo idilliaco e fantastico in
cui prevalgono i toni smorzati ed una garbata morale improntata a moderazione e
tolleranza. Certo l'autore, che era tra l'altro nipote di Voltaire, non
dimentica di operare una satira nei confronti dei vizi e delle manie dei suoi
contemporanei, ma anche questo atteggiamento critico nei confronti della
società non ha mai il piglio moralistico e censorio di altri favolisti,
preferendo stemperarsi nella battuta scherzosa e nella beffa bonaria. Per farsi
beffe dei critici arcigni e mai contentabili, Florian ad esempio, nella favola
Le perroquet (Il pappagallo), immagina che questo animale, scappato dalla
propria gabbia, si rifugi in un bosco e qui, sentendo gli altri uccelli cantare,
critichi il canto di tutti; invitato a sua volta a mostrare la sua voce,
è costretto a rispondere di non saper cantare, e che anzi tutto
ciò che sa fare è di fischiare. Questa intonazione arguta e
scherzosa viene risolta assai bene dall'autore da un punto di vista formale,
sì che le sue novelle sono un modello di semplicità stilistica.