Pittore italiano. Seguì i corsi del Trecourt presso la scuola pavese di
Belle Arti ed in seguito quelli del Bertini all'Accademia di Brera a Milano, ove
entrò in contatto col Piccio, già amico del Trecourt, che
esercitò una notevole influenza sulla sua produzione artistica. Tra il
1857 e il 1859
F. si trasferì a Venezia: qui conobbe Tranquillo
Cremona e si dedicò appassionatamente allo studio dei grandi coloristi
veneti del periodo rinascimentale. Ma i frequenti viaggi per l'Italia non
saziavano la sua curiosità: decise di conoscere gli ambienti artistici
stranieri, si recò in Francia, ottenendovi lusinghieri apprezzamenti,
soggiornò qualche mese in Grecia. Amareggiato dalla fredda accoglienza
della critica ufficiale e dalla polemica opposizione alla sua arte da parte di
numerosi pittori affermati, morì suicida a soli trentotto anni.
F.
deve essere considerato un ineliminabile termine di mediazione fra due epoche e
concezioni artistiche; tentò infatti di svincolare la pittura di storia
dalle scenografie classicheggianti per sostituirle con altre meno pomposamente
celebrative e più aderenti allo spirito romantico. Tra le sue opere
più significative citiamo:
La morte di Ernesto Cairoli, Gondola di
Tiziano, Orge di Messalina, Vergine del Nilo, Lettrice, oltre allo stupendo
Autoritratto, una delle sue tele più conosciute. Anche se piuttosto
scarsa, è notevole la sua attività di grafico: fra le sue
acqueforti va segnalato
Il compenso che la società riserva agli
artisti. Va inoltre ricordato che, non solo per necessità economica
ma anche per reale interesse, il
F. si dedicò con entusiasmo al
nuovo mezzo figurativo: la fotografia (Sesto San Giovanni, Milano 1831 - Perugia
1869).