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Faruffini, Federico.

Pittore italiano. Seguì i corsi del Trecourt presso la scuola pavese di Belle Arti ed in seguito quelli del Bertini all'Accademia di Brera a Milano, ove entrò in contatto col Piccio, già amico del Trecourt, che esercitò una notevole influenza sulla sua produzione artistica. Tra il 1857 e il 1859 F. si trasferì a Venezia: qui conobbe Tranquillo Cremona e si dedicò appassionatamente allo studio dei grandi coloristi veneti del periodo rinascimentale. Ma i frequenti viaggi per l'Italia non saziavano la sua curiosità: decise di conoscere gli ambienti artistici stranieri, si recò in Francia, ottenendovi lusinghieri apprezzamenti, soggiornò qualche mese in Grecia. Amareggiato dalla fredda accoglienza della critica ufficiale e dalla polemica opposizione alla sua arte da parte di numerosi pittori affermati, morì suicida a soli trentotto anni. F. deve essere considerato un ineliminabile termine di mediazione fra due epoche e concezioni artistiche; tentò infatti di svincolare la pittura di storia dalle scenografie classicheggianti per sostituirle con altre meno pomposamente celebrative e più aderenti allo spirito romantico. Tra le sue opere più significative citiamo: La morte di Ernesto Cairoli, Gondola di Tiziano, Orge di Messalina, Vergine del Nilo, Lettrice, oltre allo stupendo Autoritratto, una delle sue tele più conosciute. Anche se piuttosto scarsa, è notevole la sua attività di grafico: fra le sue acqueforti va segnalato Il compenso che la società riserva agli artisti. Va inoltre ricordato che, non solo per necessità economica ma anche per reale interesse, il F. si dedicò con entusiasmo al nuovo mezzo figurativo: la fotografia (Sesto San Giovanni, Milano 1831 - Perugia 1869).