Uomo politico italiano. In gioventù esercitò la professione medica
e compì importanti studi sulle febbri malariche e le malattie causate
dalla insalubrità delle risaie. Fervente mazziniano, entrò in
contatto con le società segrete operanti nelle Romagne e partecipò
ai moti insurrezionali del 1831. Dopo essere stato tra i redattori del celebre
manifesto di Rimini (1845), abbandonò le idee mazziniane per avvicinarsi
a quelle di Gioberti e di Balbo. Nel 1848, formatosi il primo ministero con il
Recchi, venne nominato direttore generale al ministero dell'Interno. Non
aderì alla Repubblica Romana e preferì trasferirsi in Piemonte,
continuando colà l'attività politica a fianco del D'Azeglio, che
nel 1851 lo nominò ministro della Pubblica Istruzione. In seguito
collaborò sempre più strettamente con Cavour, col quale
concordò l'azione per realizzare l'annessione delle provincie dell'Italia
centrale al regno sardo. Nel 1859 venne inviato come commissario a Modena e dopo
l'armistizio di Villafranca fu proclamato dittatore dell'Emilia. Nel gennaio
1860 fu ministro dell'Interno e luogotenente del re a Napoli. Dal dicembre del
1862 al maggio 1863 succedette al Rattazzi come presidente del Consiglio dei
Ministri. Gli ultimi anni della sua vita furono turbati da una grave malattia
mentale. Tra le sue importanti opere storiche ricordiamo
Storia dello Stato
romano dal 1815 al 1850, che Gladstone tradusse in inglese e
Storia
d'Italia dall'anno 1814 ai nostri giorni, continuazione di un lavoro
iniziato dal Botta (Russi, Ravenna 1812 - Quarto, Genova 1866).