Genere di letteratura popolare narrativa fantastica o pseudoscientifica assai
diffuso negli Stati Uniti e in Russia. Questo tipo di letteratura, che gli
anglosassoni chiamano
science-fiction, ha avuto origine nel 1926 grazie
all'iniziativa dello statunitense Hugo Gernsback, fondatore della rivista
"Amazing Stories" nella quale apparvero numerosi racconti e brevi romanzi di
f. Tuttavia questo genere letterario ha radici ben più profonde e
si può giustamente far risalire al secolo scorso quando con l'esplosione
della tecnologia, con la realizzazione di numerose ed importanti scoperte in
campo scientifico che consentirono un rapidissimo evolversi del progresso
tecnico, alcuni autori come Jules Verne, Conan Doyle e l'italiano Emilio Salgari
scrissero una serie di romanzi di successo basati appunto sull'applicazione
fantastica delle nuove conoscenze scientifiche. Probabilmente Gernsback si
ispirò, come i collaboratori della sua rivista, ai modelli di Verne e di
H.G. Wells (1866-1946), autore di romanzi utopistici come
L'uomo
invisibile e
La macchina del tempo. Sulla scia di
Amazing
Stories, oggi ricercatissima dai collezionisti, sorsero in breve tempo
numerosi periodici del genere, tutti ad un livello letterario piuttosto
mediocre. è il periodo pionieristico della
f., periodo nel quale
prevalgono gli omini verdi, gli scienziati pazzi, i mostri giganteschi dalle
forme di insetto, ecc. Subito dopo nacque la
space-opera, in cui si
rinnovano - e si ripetono in varie salse - le eroiche gesta di uomini
superdotati in grado di affrontare lo spazio per sconfiggere incredibili esseri
extragalattici, perfidi ma intelligentissimi; in questo genere di distinsero
particolarmente E. E. Smith, E. Hamilton, E. R. Burroughs, inventori di
interminabili saghe spaziali con protagonisti principesse meravigliose, mostri
spaventosi, conquistatori di imperi. Poi la
f. subì una svolta:
nacquero i racconti i cui eroi non erano altro che lupi mannari, vampiri,
fantasmi, demoni; questo genere fu chiamato semplicemente
fantasy ed
è facile indovinarne l'ispiratore: Edgar Allan Poe; fra i principali
scrittori di questo periodo fu lo statunitense H. P. Lovecraft (1890-1937).
Questo genere non è ancora morto; rivive soprattutto nel cinema nelle
riviste "nere" a fumetti. Negli anni Trenta un vero "cronista" del futuro
può essere definito l'inglese Olaf Stapledon che, nei suoi romanzi
The
Star Maker e
First and Last Man, in particolare, narra immaginarie
avventure di conquistatori di mondi lontani descrivendo con minuzia ogni
particolare delle sue visioni. Assai più importante fu J.W. Campbell, il
vero fondatore della moderna
f., che, grazie alla sua rivista "Astounding
Science Fiction" (oggi "Analog"), che vide la luce nel 1936, si dimostrò
un grande talent-scout, scopritore dei maggiori "maestri" della
f. A lui
va anche il merito di aver contribuito non poco al miglioramento dello stile
letterario di questo genere, considerato allora, anche dagli scrittori
specializzati, di "secondaria importanza" e quindi non richiedente una vera e
propria capacità letteraria. Intorno al 1950, dopo una ricca fioritura di
racconti e romanzi fantascientifici durante la seconda guerra mondiale (la
f. fu allora considerata "letteratura di evasione" alla stregua di certi
romanzi gialli), apparve una nuova rivista intitolata "Galaxy". I racconti in
essa pubblicati presentavano una nuova faccia: quella di una intelligente
critica della civiltà contemporanea, sviluppata in modo spregiudicato,
ricco di malizia e perciò davvero stimolante. è il tipo di
f. detto comunemente "sociologico che si rifà alla narrativa
utopistica del Settecento. I temi di questo filone "freddo" - come molti lo
chiamano - erano basati su argomenti a prima vista banali che si adeguarono poi
alla vita normale di ogni giorno. Satireggiando la società odierna nelle
sue forme più appariscenti come la burocrazia, la pubblicità, il
traffico, il consumismo, ecc., il genere sociologico trasferiva tutto ciò
nel campo della fantasia, in mondi sconosciuti dove imperversano le dittature,
le persecuzioni contro intere classi sociali, dove prendevano forma strane
organizzazioni sociali e così via; a queste situazioni facevano da
contorno - ma come oggetti di vita quotidiana - navi spaziali, robot, dischi
volanti, macchine stranissime destinate agli scopi più impensabili, la
telepatia, le quattro dimensioni, lo spazio-tempo, ecc. Oggi in Russia, dove la
passione per la
f. è molto diffusa, questa si mantiene più
che altro su posizioni moraleggianti o istruttive. Negli Stati Uniti l'attuale
f., più che su racconti basati sulla scienza è orientata
verso argomenti di attualità - guerra del Vietnam, bomba H, trapianti
cardiaci. I grandi nomi della
f. sono oggi quelli di Robert Sheckley, di
Ray Bradbury, di Isaac Asimov, e poi ancora quelli di R. Heinlein, W. Tenn, C.
Simak, P. Dick, J. Blish, A. Bester, A. E. Van Vogt. Un vero scienziato che
scrive opere di
f. è l'inglese Arthur Clarke; anche Fred Hoyle,
astronomo, ha scritto molte opere di
f.; fedeli al filone utopistico
(derivato da Swift, da Butler, da Tommaso Moro, da Huxley, da Orwell) sono i
britannici C.E. Maine, J. Wyndham, K. Amis, E.F. Russel, B. Aldiss, J.
Christopher.