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FIAT.

Sigla di Fabbrica Italiana Automobili Torino. Industria automobilistica italiana. Costituita nel 1899 da un gruppo di investitori tra cui Giovanni Agnelli, divenuto amministratore delegato nel 1902, l'azienda si andò rapidamente sviluppando sino ad assumere le dimensioni del più grande complesso industriale privato italiano, trasformatosi negli anni in una multinazionale con produzioni diversificate in molti settori: autoveicoli per uso privato, veicoli industriali, trattori e macchine movimento terra, metallurgia, utensileria, ingegneria, energia, sistemi ferroviari, telecomunicazioni, editoria, industria alimentare, servizi finanziari. In rapida espansione sin dalla sua nascita, FIAT inaugurò il suo primo stabilimento nel 1900, in corso Dante, a Torino, per la produzione di 24 autovetture tra cui la 3/12 HP, auto ancora priva di retromarcia. Nel 1908 sorse negli Stati Uniti la FIAT Automobile Co., segno tangibile del desiderio della casa torinese di espandere le sue potenzialità di mercato oltre i confini nazionali. Nel frattempo FIAT aumentò altresì la tipologia produttiva che si orientò contemporaneamente verso veicoli industriali, motori marini, autocarri, ecc. Nel 1916 vennero iniziati i lavori per la costruzione di una delle più ampie e avveniristiche sedi industriali dell'epoca, il Lingotto, dotato, tra l'altro, di una pista di collaudo situata sul tetto. Poco dopo nacque la FIAT lubrificanti e venne aperta la prima succursale in Russia. Intanto il marchio FIAT si imponeva nelle competizioni automobilistiche, fornendo un mezzo efficace e affidabile a corridori quali Luigi Storero, Vincenzo Lancia, Felice Nazzaro e Jimmy Murphy Miller. Allo scoppio della prima guerra mondiale gli sforzi produttivi si concentrarono su materiale ad uso bellico, essenzialmente autocarri. Subito dopo la fine del conflitto FIAT si trovò ad affrontare un momento di crisi, da cui si riprese però ben presto facendo coincidere l'inizio di un nuovo periodo positivo con la nomina di Giovanni Agnelli a presidente. Vennero lanciati numerosi nuovi modelli (tra cui la prima vettura a quattro posti, la 509) e venne introdotta la filosofia produttiva della fabbricazione in serie. L'incremento economico dell'azienda portò alla nascita di due finanziarie, la SAVA, incaricata della vendita rateale delle auto, e l'IFI, l'Istituto Finanziario Industriale. Con l'avvento al potere di Mussolini e della sua politica autarchica, FIAT dovette concentrarsi maggiormente sulla produzione interna, ridimensionando la sua presenza all'estero. Vennero incrementate le produzioni legate ai veicoli industriali mentre, nel 1934 e nel 1936, furono introdotte sul mercato la Balilla e la Topolino (la più piccola utilitaria del tempo, prodotta fino al 1955), due auto destinate a divenire simbolo dell'epoca. Nel 1937 venne dato inizio alla costruzione del grande stabilimento di Mirafiori, inaugurato due anni più tardi. Con la seconda guerra mondiale la produzione si concentrò nuovamente su veicoli industriali, a discapito di quelli civili. Nel 1945 Giovanni Agnelli, nominato nel frattempo senatore, morì e al suo posto venne eletto presidente della società Vittorio Valletta. Quest'ultimo procedette - grazie anche a finanziamenti statunitensi - alla ricostruzione degli impianti distrutti durante il conflitto e si prodigò per dare un nuovo impulso alla produzione. Vennero create due nuove vetture (la 500 e la 1400) e nel 1953 venne presentata la prima vettura FIAT alimentata a gasolio, la 1400 diesel. Sempre negli anni Cinquanta videro la luce la FIAT 600 e la nuova 500, oltre alla 1800, alla 1300 e alla 1500. Vennero impiantate nuove fabbriche all'estero, venne raddoppiato lo stabilimento di Mirafiori e furono create nuove sedi nell'Italia del Sud. Negli anni Sessanta venne introdotta la FIAT 850 mentre, nel 1971, avrebbe fatto la sua comparsa la 127. Nel 1965 fu creata l'International Holding FIAT di Lugano, in cui vennero concentrate le società estere di proprietà della FIAT, e l'anno successivo divenne presidente della società Giovanni Agnelli, omonimo nipote del maggior fondatore della società. Nel 1966 fu stipulato un accordo con l'Unione Sovietica per la realizzazione di un grande impianto automobilistico a Togliattigrad, sul Volga, con una produzione annua di circa 600.000 vetture. Nel 1967 la FIAT incorporò l'OM e l'Autobianchi, nel 1969 la Lancia S.p.A. (oltre al 50% di Ferrari, di cui divenne azionista di maggioranza nel 1988) e, nel 1971, l'Abarth. Sul piano interno avviò un'intensa collaborazione con le aziende a partecipazione statale e con l'IRI, con cui, tra l'altro, nel 1966, aveva definito un accordo per la realizzazione a Trieste di una fabbrica di motori Diesel (la Società Grandi Motori Trieste). In Italia la produzione di veicoli subì un forte incremento, per poi scendere negli anni successivi in seguito alla crisi che investì il settore, in modo particolare quello delle auto di piccola cilindrata, nonostante lo sforzo di innovazione tecnologica messo in atto dalla FIAT in termini di produzione, con l'introduzione del Robogate, il nuovo sistema robotizzato e flessibile di assemblaggio delle scocche. Sintomi di ripresa si manifestarono solo nel 1978 (anno di trasformazione della società in holding) con la produzione della Ritmo che riuscì a riaprire la domanda di mercato, non al punto però da colmare il passivo di bilancio. Nel 1980 l'amministratore delegato Umberto Agnelli, in carica dal 1970, venne sostituito da Cesare Romiti; nello stesso anno venne prodotta la nuova vettura di piccola cilindrata, la Panda, seguita nel 1983 dalla FIAT Uno, destinata a sostituire la 127. Sempre nel 1983 fu acquistata la Maserati e, nello stesso periodo, le molte attività della casa torinese si costituirono in società autonome che si affiancarono a FIAT Auto: FIAT Ferroviaria, FIAT Avio, FIAT Trattori, FIAT Engineering, Comau, Teksid, Magneti Marelli. Nel 1984 venne lanciata sul mercato la Regata. Nel 1986, anno di acquisizione di Alfa Romeo, uscirono la Croma, nuova vettura di lusso, destinata a entrare in competizione con le vetture prodotte dalle più prestigiose case automobilistiche italiane e straniere, e la versione turbo diesel della Uno; nel 1989 fu la volta della Tipo, che mise in concorrenza la società torinese con i maggiori produttori europei di vetture di medio-alta cilindrata. Definitivamente superata la crisi degli anni Settanta, nel 1988 la società entrò a far parte del gruppo della Deutsche Bank e della Bolloré Technologies e intervenne, a livello finanziario, nella polemica fiscale che vedeva protagonisti CISL e UIL stipulando con tali sindacati un accordo in cui si stabiliva che i nuovi aumenti salariali fossero legati all'andamento economico-finanziario dell'azienda. Nel biennio 1989-90 FIAT si consolidò ulteriormente, permettendo di registrare trend molto positivi, sia per quanto riguarda la produzione di veicoli industriali, sia per quanto riguarda i due settori di FIAT Lancia e Alfa Romeo. Tuttavia le difficoltà di soddisfare la domanda del mercato automobilistico sempre più concorrenziale e le potenziali aperture su piazze commerciali estere spinsero, nel 1992, la FIAT a realizzare alleanze con altre società automobilistiche soprattutto europee (la Saab e l'Enasa, in Spagna, la Daimler, in Germania) dopo che nel 1990 era stata fondata nell'ex URSS una nuova società, la Elaz, per la produzione della Panda e di una nuova utilitaria, la Oka-1. Nonostante il coinvolgimento dell'azienda negli scandali di Tangentopoli (1993), che toccarono anche l'allora amministratore delegato Cesare Romiti, la casa torinese riuscì a superare il momento di crisi verificatosi alla metà degli anni Novanta. Le nuove realizzazioni della FIAT conseguirono infatti buoni risultati, consentendo una netta ripresa dell'azienda: dopo la FIAT Panda Elettra, la prima macchina elettrica di serie (1990), e dopo la Tempra (1990) e la nuova Cinquecento (1992), prodotta in Polonia, vennero lanciate sul mercato la Coupé e la Punto nel 1993, la Barchetta, la Brava e la Bravo nel 1995, l'Alfa Romeo 156 nel 1998, la Stilo nel 2001. In seguito a un accordo con la statunitense General Motors, siglato nel 2000, venne costituita la FIAT Auto Holdings (per l'80% di FIAT Auto, per il 20% di General Motors) che si incaricò di controllare il settore automobili e veicoli commerciali leggeri del Gruppo FIAT, con l'eccezione di Ferrari e Maserati. Nel 1996, al compimento del suo settantacinquesimo anno, Agnelli abbandonò la presidenza a favore di Cesare Romiti il quale, nel 1998, anch'egli settantacinquenne, lasciò il timone a Paolo Fresco. La crisi economica di inizio millennio si ripercosse anche sulla FIAT: il forte calo delle immatricolazioni nel 2001-02 indusse l'azienda a ridurre la produzione delle automobili e a far ricorso in maniera massiccia alla cassa integrazione. Nel giugno 2002 la situazione critica portò a un rinnovo dei vertici allora in carica: Paolo Fresco venne confermato presidente. Nel novembre del 2002 vennero annunciati gravi tagli nell'organico della società, con la possibile chiusura e riconversione di stabilimenti quali quelli di Termini Imerese, Cassino e Arese. Vennero proposti piani d'emergenza per scongiurare la crisi, ma nel giugno 2003 furono paventati tagli per 12.000 lavoratori. Il 24 gennaio 2003 moriva Giovanni Agnelli. Nel corso dello stesso anno l'azienda volle giocare la carta della nuova Panda e della Idea (nel segmento delle piccole monovolumi) per un suo definitivo rilancio economico-finanziario. Il Gruppo FIAT volle altresì ridefinire i perimetri delle proprie attività, cedendo alcuni settori non più strategici (come l'aviazione e le assicurazioni) e tornando a focalizzare le attività produttive e di servizio attorno al tradizionale settore automotive. Nel 2004 scomparve Umberto Agnelli e ai vertici del Gruppo vennero nominati presidente Luca Cordero di Montezemolo, vice presidente John Elkann e amministratore delegato Sergio Marchionne; questa triade costituì la squadra artefice di una profonda trasformazione del gruppo. Venne avviato un rigoroso piano di contenimento dei costi e di rilancio industriale che permise il ritorno all'utile netto per il Gruppo nel 2005; l'ottimo andamento economico venne confermato nel 2007. La crescita avvenne in maniera omogenea tra le varie aree del mondo e tra i vari settori operativi: venne lanciata l'Alfa Romeo 159, Lancia per i cento anni dell'azienda presentò la New Ypsilon, mentre da Maranello uscì l'innovativa 599 GTB Fiorano. Iveco ampliò l'offerta con veicoli a bassa emissione, proponendo il nuovo Daily e il nuovo Stralis. CNH aggiudicandosi il titolo di "Tractor of the Year 2007". Ma il simbolo e l'emblema della rinascita e dell'affermazione del Gruppo fu la nuova Cinquecento, lanciata nel luglio 2007 ed eletta "Auto dell'anno" 2008. Nel 2008 l'industria automobilistica mondiale fu segnata da una profonda crisi economica che, originatasi negli Stati Uniti si diffuse in tutto il mondo. Agli inizi del 2009, FIAT Group cominciò a delineare le trattative per rilevare il gruppo statunitense Chrysler e nella primavera venne firmato un protocollo d'intesa tra il due colossi automobilistici che avrebbe portato la casa automobilistica torinese a rilevare una quota del 20% di Chrysler, che avrebbe raggiunto poi il 35% in successive tre tranches, fino ad arrivare al 51% entro il 2013. L'intesa avrebbe aiutato la Chrysler nell'operazione di risanamento industriale a costo zero per FIAT Group in cambio di tecnologie, ristrutturazione degli impianti e l'aiuto a distribuire veicoli Chrysler in paesi fuori dal Nord America. Oltre al compenso in azioni, Torino avrebbe potuto utilizzare a sua volta gli impianti Chrysler per assemblare propri modelli destinati al mercato americano e la rete Chrysler per distribuirli.
Modello tridimensionale di Fiat 500