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Ellenismo.

Termine introdotto dallo storico tedesco Droysen, con cui si definisce lo stadio della cultura greca conseguente all'assorbimento dei principali elementi delle civiltà con cui essa era venuta a contatto, quali l'egiziana, la mesopotamica, ecc., a seguito delle conquiste di Alessandro Magno. L'età ellenistica viene generalmente suddivisa in due periodi: epoca alessandrina (323-146 a.C.) ed epoca greco-romana o ellenistico-romana (146 a.C. - 30 a.C.). Molti scrittori dimorarono in Italia e si occuparono della civiltà romana, come Dionigi di Alicarnasso, Dione Cassio, Plutarco; tra i filosofi: Epitteto, Marco Aurelio, Plotino. In questo periodo si ebbe la formazione di una lingua greca di uso comune universalizzata, nella quale si esprimono tutti gli scrittori dell'area culturale del Mediterraneo orientale. L'e. interessò particolarmente Alessandria, Pergamo, Rodi e Antiochia. Nelle arti figurative si nota una sorta di romanticismo, con la conseguente perdita del classico senso di equilibrio. Nel campo letterario predominano i temi di erudizione, meditazione critica. L'e. portò mutamenti anche nella politica: l'assorbimento delle forme istituzionali e del costume politico delle monarchie orientali mutò profondamente le concezioni politiche della Grecia dell'età classica.