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Elisabetta.

Opera lirica di Giulio Viozzi rappresentata per la prima volta al Teatro Comunale di Trieste nel 1871. Il libretto dell'opera, scritto dallo stesso musicista triestino, si ispira alla famosa novella di Guy de Maupassant, intitolata Boule de suif; questo è il nomignolo attribuito ad Elisabetta, una mondana dall'aspetto florido e dalle rotondità accentuate (Boule de suif significa, infatti, "palla di sego") che è la protagonista dell'opera. La vicenda si svolge all'epoca della guerra franco-prussiana del 1870-71. Elisabetta, con altri compagni di viaggio, sta attraversando in diligenza una zona di territorio occupato dai Prussiani. Tra coloro che viaggiano sono un patriottardo fifone, certo Cornudet, una coppia formata da Loiseau e Lamadon, il conte e la contessa Bréville; tutti questi personaggi sottolineano ironicamente la professione di Elisabetta che, però, fra tutti è l'unica ad avere un cuore d'oro. Tanto che quando la carrozza perde una ruota è lei che offre a tutti da mangiare tirando fuori le sue provviste. Poi la diligenza si ferma in un paese dove si decide di pernottare. Qui un capitano prussiano che comanda il locale distaccamento militare, incapricciato della ragazza, minaccia di trattenere tutti se lei non cede alle sue voglie. Ed Elisabetta, per il bene comune, si sacrifica. La musica di Viozzi caratterizza perfettamente tutti i personaggi, con gustose invenzioni dalle quali emerge il contrasto fra la generosità della protagonista e l'aridità dei suoi compagni di viaggio. La linea melodica, nel canto, è quasi diatonica ed offre un diversivo gradevole, quasi spaziale, alle armonie spesso dissonanti e non raramente politonalistiche.