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Drusi.

Membri di una setta o comunità religiosa, derivata dall'Ismailismo e formatasi sul filone della Shi-ah, in Siria verso l'anno 1000 ad opera del turco al-Darazī, da cui presero il nome che continuano a portare, nonostante la sua memoria sia esecrata dai fedeli come quella di un traditore. Il tradimento di al-Darazī nasce dalla sua rivalità nei riguardi del persiano Hamhaz, apostolo come lui, del sesto califfo della dinastia fatimide, al-Hākim, proclamato "emanazione" di Dio, o Dio in terra. Appunto sulla teoria "emanazionista" si fonda la religione dei D.: è stato elaborato presso di loro un complesso sistema di "emanazioni" divine, mediante le quali Dio vive tra gli uomini e li governa; a ciò si aggiungono credenze eterodosse, come quella della metempsicosi, e riti iniziatici di carattere misterioso. I D., benché perseguitati dall'ortodossia islamica, si diffusero dalla Siria in Mesopotamia, in Persia e in India. Oggi sopravvivono in Siria, in Israele e nel Libano, dove per lungo tempo esercitarono una grande influenza politica e religiosa. A essi si dovettero le stragi dei Cristiani degli anni 1845-60 che costrinsero gli Europei a un intervento armato nel Libano. Essi lottarono tenacemente contro i Francesi, ai quali venne affidato il mandato sul Libano dopo la prima guerra mondiale. Si arresero soltanto nel 1927. I D. che vivono in Israele usufruiscono dal 1955 di uno statuto religioso che li distingue dalle comunità musulmane e nel conflitto medio-orientale si sono schierati a sostegno della causa ebraica contro i paesi arabi. Tuttavia, in seguito all'intervento israeliano nella guerra civile libanese (1982), le comunità druse libanesi hanno assunto un atteggiamento decisamente anti-israeliano.