Pittore italiano. Dopo alterne vicende critiche, l'opera di
D., anche se
ben poco ne rimane, viene ormai riconosciuta come un momento fondamentale della
pittura quattrocentesca fiorentina. è verosimile che l'artista si
trovasse giovanissimo a Firenze (al seguito forse di Gentile da Fabriano, nel
1422-25), dove avrebbe potuto conoscere personalmente Masaccio. Successivamente
a Roma (1426-30), oltre che con Gentile sarebbe stato a diretto contatto con
Masolino (forse uno degli aiuti negli affreschi di San Clemente) e Pisanello. Ma
la formazione accanto ai grandi maestri italiani del Gotico internazionale non
impedì a
D. di comprendere in pieno la portata rivoluzionaria
dell'arte di Masaccio, come è possibile notare nell'impianto prospettico
e nella struttura dell'
Adorazione dei Magi (Berlino, Staatlichen Museen,
1430-35 circa) e della
Madonna del Canto dei Carsecchi (affresco
riportato su tela, Londra, National Gallery, 1438 circa). Stabilitosi a Firenze,
dopo il 1430
D. portò avanti le ricerche realistiche e
prospettiche di Masaccio. I pochi resti degli affreschi in Sant'Egidio
(1439-45), andati distrutti nel Settecento, documentano quella concezione
monumentale che fu poi sviluppata da Piero della Francesca, suo aiuto nel 1439.
Secondo le fonti
D. dipinse numerosi ritratti (l'unico che gli si
può plausivamente attribuire è il
Ritratto di giovane,
Monaco, Alte Pinakotek) e molti quadretti di devozione. Fra questi ultimi le
attribuzioni quasi certe si riferiscono a due
Madonne dalle figure
pienamente tornite su fondi ancora gotici (Firenze, collezione Berenson;
Washington, National Gallery) e al dittico di Monaco (Alte Pinakotek)
raffigurante
San Francesco e la Povertà e l'
Imposizione
dell'ordine. Databile tra il 1440 e il 1540 è la pala per Santa Lucia
dè Magnoli, esemplificazione perfetta delle teorie di L.B. Alberti: di
straordinaria eleganza e ampia prospettiva è il pannello centrale con la
Madonna in trono con il Bambino e Santi (Firenze, Uffizi). L'ultima opera
di
D. è l'affresco con i
Santi Giovanni Battista e
Francesco per Santa Croce (ora al Museo dell'Opera di Firenze) nel quale
appare probabile un contatto con Andrea del Castagno. Numerosi artisti
quattrocenteschi derivarono il loro stile da
D., ma fu Piero della
Francesca che portò alle estreme conseguenze gli assunti prospettici e
coloristici del maestro (Venezia 1405 circa - Firenze 1461).