Apparecchiatura che serve nell'industria chimica per realizzare l'operazione di
distillazione e
rettifica (V.
DISTILLAZIONE). Lo stesso tipo di apparecchiature può però
servire anche a realizzare l'operazione di
assorbimento di gas e
l'operazione opposta, che è lo
stripping di gas da un liquido. In
questa voce saranno quindi trattate le colonne da un punto di vista generale,
come uno dei tipi fondamentali di apparecchiature impiegate nell'industria
chimica. Naturalmente per brevità ci si limiterà alla trattazione
dei tipi più comuni. ║
Colonna a riempimento: è
costituita da una torre cilindrica - di solito metallica - verticale, di altezza
pari a molte volte il suo diametro (da 5 a 50 volte circa). Essa è munita
di opportune finestre o bocchelli per il passaggio di gas liquidi e di altre
dette
passo d'uomo per permettere l'accesso all'interno per la
manutenzione, oltre che per il carico e lo scarico del riempimento. Vicino al
suo fondo è posta una griglia metallica sulla quale appoggia una massa di
oggetti di forma opportuna che costituisce appunto il
riempimento della
colonna. Se l'altezza è notevole, si possono avere più griglie,
ognuna delle quali sostiene solo un tratto dell'intera altezza del riempimento.
Lo scopo di questo è di favorire il contatto fra il gas che si muove
nella colonna verso l'alto ed il liquido che scende verso il basso. Si studiano
quindi dei
corpi di riempimento di forma e di dimensioni opportune per
rendere migliore, per quanto possibile, tale contatto, compatibilmente con altre
esigenze. I corpi in uso ormai da tanto tempo sono gli
anelli Raschig;
cioè dei tronchi di tubo di materiale opportuno (ferro, acciaio,
ceramica, materie plastiche, ecc.), aventi un'altezza pari al loro diametro.
Essi godono della proprietà che se posti nella colonna alla rinfusa non
creano vie di passaggio preferenziali né per il gas né per il
liquido. Le loro dimensioni devono essere in un certo rapporto col diametro
della colonna; in alcuni casi però gli anelli da impiegare sono tanto
grandi che si preferisce impilarli ordinatamente a mano in colonna. Oggi sono
però in uso anche altri corpi di riempimento, che sono sotto qualche
aspetto migliori dei Raschig. Fra questi ricordiamo gli
anelli Pall, gli
anelli Lessing, gli
anelli a croce, gli
anelli a spirale,
le
selle Berl e le
selle Intalox. La loro caratteristica
principale deve essere una buona distribuzione del liquido e del gas che ne
favorisca un intimo contatto, dato che la colonna serve per realizzare un
trasferimento di materia fra la fase liquida e quella gassosa: la
velocità di tale trasferimento è appunto proporzionale alla
superficie di contatto interfase. Un'altra cosa che spesso si chiede ai corpi di
riempimento è quella di creare una bassa perdita di carico sulla fase
gassosa, in modo che la pressione sul fondo della colonna non debba essere molto
maggiore di quella in testa. Dalla testa della colonna viene inviato il liquido
assorbente; dal fondo il gas da assorbire. Il liquido scende verso il basso ed
il gas sale: lungo tutto lo strato dei corpi di riempimento si ha il contatto
fra le due fasi e lo scambio di materia. Dal fondo colonna esce il liquido che
trattiene la parte di gas assorbita; in testa esce il gas che non è stato
assorbito. Affinché tutti i corpi di riempimento siano bagnati, il
liquido che entra in testa deve essere sparpagliato su tutta la superficie dei
corpi mediante un
distributore (ad es. un tubo toroidale forato). Il
liquido scendendo tende però a spostarsi verso le pareti e a scendere su
queste, diminuendo la velocità di scambio col gas. Si usa quindi limitare
l'altezza dei riempimenti; se uno di essi è troppo alto, lo si spezza in
due o più parti introducendo delle griglie intermedie. Al di sotto di
queste il liquido viene raccolto e ridistribuito per mezzo di un
ridistributore sul sottostante tratto di riempimento. Il calcolo della
colonna deve assicurare che tutti i corpi siano bagnati e che la velocità
di salita del gas non sia tale da determinare l'intasamento della colonna,
cioè l'
hold-up ed il
flooding del liquido; un'eccessiva
velocità del gas può infatti impedire la discesa del liquido, e
riempire di questo tutta la colonna, impedendone il funzionamento. Naturalmente
la colonna deve essere poi calcolata affinché realizzi l'operazione
voluta. Nel caso della distillazione e rettifica, si invia in colonna
l'alimentazione ad un'altezza opportuna; dal fondo si estrae il residuo o
frazione pesante (liquida) che viene in parte passata al ribollitore (in cui
avviene una parziale vaporizzazione) e ritornata in colonna (sotto il
riempimento) ed in parte utilizzata. Dalla testa si estrae invece il distillato
o frazione leggera sotto forma di gas; questo viene di solito condensato: una
parte viene rimandata in colonna a costituire il flusso di liquido, mentre
l'altra viene utilizzata. Come si vede la differenza dall'assorbimento è
fuori dalla colonna: all'interno il moto delle correnti è sostanzialmente
uguale. La colonna a riempimento si distingue da quelle
a piatti da un
punto di vista ingegneristico - a parte le differenze costruttive -
perché in essa il contatto gas-liquido avviene lungo tutta l'altezza del
riempimento, cioè è
continuo, mentre nella colonna a piatti
esso avviene solo sui singoli piatti, cioè è
intermittente.
Per la progettazione di solito si hanno a disposizione i dati termodinamici ed
altri dati (composizione delle correnti in uscita ed in entrata) e si deve
fissare il diametro della colonna, l'altezza del riempimento, il tipo e le
dimensioni dei corpi da impiegare per questo. ║
Colonna a piatti:
il suo funzionamento è in linea di principio uguale a quello della
colonna a riempimento, ed anche l'aspetto esteriore è pressoché
uguale. Internamente essa è divisa in tanti tronchi da piatti orizzontali
che occupano tutto il diametro della colonna, e sono posti ad una distanza fra
loro che può andare da 20 cm ad un metro circa. Questi piatti sono
costantemente pieni di liquido, questo arriva su un piatto da quello superiore
per mezzo di un apposito scarico a stramazzo, e dal piatto passa poi a quello
inferiore con lo stesso mezzo. Il piatto invece è costruito in modo da
poter essere attraversato dal gas che sale, costringendo però questo a
venire a contatto intimo con il liquido che sta su esso. I piatti possono essere
di due tipi principali: a campanelle e forati. I
piatti a campanelle sono
costituiti da una lamiera forata che ostruisce la colonna (eccetto il tratto per
la discesa del liquido). Sui fori - generalmente di dimensioni considerevoli (da
qualche centimetro a qualche decimetro) - sono saldati dei tratti di tubo che
sporgono nella parte superiore del piatto e sono detti
caminetti. Su
questi sono fissate a mo' di coperchi delle
campanelle, cioè dei
tratti di tubo di diametro sensibilmente superiore a quello dei caminetti, la
cui faccia superiore è chiusa in modo da farli assomigliare appunto a
campane. Il bordo delle campanelle è tutto frastagliato. Il gas salendo
incontra il piatto, ed è costretto a passare nel caminetto. Di qui passa
sotto la campanella donde può uscire solo scendendo fino al bordo di
questa. Dato che tale bordo è sempre sommerso dal liquido che sta sul
piatto, il gas per salire deve attraversare uno strato di liquido e lo fa sotto
forma di bolle per le frastagliature che sono a bordo delle campanelle. Queste
servono quindi come una valvola per impedire che il liquido scenda attraverso il
piatto (basta che il livello dei caminetti sia superiore a quello dello
stramazzo di scarico) e nello stesso tempo rompono in bolle il flusso del gas,
in modo da rendere il più possibile estesa la superficie di contatto
gas-liquido. Generalmente il livello del liquido va regolato in modo che le
campanelle siano sommerse solo in parte da esso. Il piatto riceve il liquido
vicino alla sua periferia e lo scarica in un punto analogo diametralmente
opposto. Perché ciò avvenga deve essere leggermente inclinato
rispetto all'orizzontale. Di solito però la portata di gas è tale
che non si producono bolle di gas all'uscita di questo dalle fessure delle
campanelle, ma addirittura una schiuma (che realizza un ottimo contatto
gas-liquido). I piatti a campanelle hanno generalmente una perdita di calore
relativamente alta per il flusso di gas; essa è superiore per ogni piatto
al battente di liquido che sta sopra le fessure delle campanelle. Inoltre essi
sono di costruzione lunga ed accurata, e pertanto costosi. Si tende quindi a
sostituirli con piatti di altro tipo, più semplici. Uno di quelli che si
è più affermato (benché sia sempre meno diffuso di quello a
campanelle) è il
piatto forato. Esso è un piatto in cui
sono ricavati tanti fori (molto più piccoli del diametro dei caminetti
dei piatti visti). La parte centrale del piatto non viene utilizzata, e quindi
non è forata, anzi il liquido non ha accesso ad essa. Se la
velocità del gas attraverso i fori è opportuna, il liquido che si
trova sul piatto non può scendere attraverso essi, ma solo per tramite di
un apposito scarico posto lungo un raggio del disco che costituisce il piatto.
Ogni piatto è costruito in modo che il liquido gli giunge lungo un
raggio, percorre quasi tutto il piatto libero (esclusa la zona centrale detta)
con un moto circolare, indi è scaricato sul piatto inferiore ancora lungo
un raggio. Se il piatto è ben progettato può funzionare in un
ampio campo di portate di gas senza dare inconvenienti e con prestazioni
paragonabili a quelle di un piatto a campanelle. Se vi è la
possibilità che la portata di gas scenda sotto il valore minimo
accettabile per il buon funzionamento del piatto, questo può essere
dotato di valvole (una per ogni foro) di costruzione molto semplice. Infine la
pulizia di un piatto forato è più semplice che quella di un piatto
a campanelle. Un nuovo tipo di piatto appena introdotto è il
piatto a
griglia. Esso è costituito da una griglia, cioè da una
lamiera, nella quale sono ricavate sottili fessure parallele. Attraverso queste
sale il gas e scende il liquido; ciò consente anche l'eliminazione dei
dispositivi di scarico del liquido da un piatto all'altro. Attraverso la griglia
e nella caduta si ha una scomposizione del liquido in goccioline: ciò
dà un ottimo contatto interfase onde il piatto è molto efficiente.
Questo piatto è adatto per grandi portate di gas per cui si vuole una
bassa perdita di carico e per liquidi che contengono piccole particelle solide
in sospensione. Non è però ancora molto diffuso. ║
Colonna a diaframmi: in questo caso si hanno due tipi di piatti fra loro
diversi, montati alternati. Un piatto è a forma circolare, montato al
centro della colonna; un altro è a forma di corona circolare che strozza
la colonna a partire dalla periferia fino a un raggio inferiore a quello del
piatto a disco. Il liquido passa da un piatto all'altro cadendo in forma di film
sottile; il gas che sale è costretto ad attraversare questi film anulari
e quindi si ha il contatto gas-liquido. Questo non è però molto
positivo; in compenso si ha sempre la
controcorrente come in tutte le
altre colonne (cioè un liquido fresco è portato a contatto con il
gas esausto e viceversa) e si ha una bassissima perdita di carico per la fase
gas. ║
Confronto fra i tipi di colonne: si prenderanno in
considerazione solo le colonne a piatti e quella a riempimento, che sono i due
tipi principali. Come criterio generale si può dire che per i grandi
diametri è più conveniente la colonna a piatti, per quelli piccoli
quella a riempimento; in casi particolari si può verificare il contrario.
La colonna a riempimento presenta in generale una minor perdita di carico, onde
è più adatta alle operazioni sotto vuoto; è più
semplice e meno costosa nel caso di solidi corrosivi. Quella a piatti ha un
più ampio campo di stabilità per quanto riguarda variazioni della
portata del liquido; può funzionare anche con liquidi contenenti piccole
particelle solide in sospensione; è più semplice da pulire;
permette agevolmente l'estrazione o l'introduzione di materia a mezzo di
correnti laterali e non pone problemi di ridistribuzione di liquido. Ancora come
criterio molto generale (ma che può essere facilmente smentito) le
colonne a riempimento sono più diffuse per le operazioni di assorbimento,
mentre quelle a piatti sono più diffuse per le operazioni di
distillazione e rettifica. ║
Efficienza dei piatti: nel calcolo del
numero di piatti necessari per un'operazione di distillazione e rettifica o
assorbimento si giunge a determinare il
numero teorico di piatti (o
numero di piatti teorici) che la colonna deve avere per realizzare
l'operazione nei limiti voluti. Per il calcolo si suppone però sempre che
su ogni piatto si realizzi l'equilibrio termodinamico fra gas e liquido. Questo
però non è mai verificato, onde il liquido e il gas che lasciano
un piatto non hanno raggiunto l'equilibrio data la brevità del tempo di
contatto. Di conseguenza ogni piatto non compie tutta l'operazione di scambio
che gli si è attribuita ma solo una parte, e quindi il numero di piatti
che la colonna deve avere è superiore a quello teorico. Dal numero di
piatti teorici si passa al numero di piatti reali dividendo per un termine
(minore di uno) che è detto efficienza del piatto, e che va determinato
caso per caso sperimentalmente. Nella maggior parte dei casi l'efficienza del
piatto è compresa fra 0,5 e 0,9. Per le torri di riempimento si calcola
l'altezza teorica del riempimento, indi lo si incrementa moltiplicando per un
certo fattore (maggiore di uno) per tener conto che in tutti i punti del
riempimento non si giunge mai all'equilibrio.