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Dionigi l'Areopagita, santo.

Filosofo greco. Fu identificato erroneamente con l'omonimo membro dell'areopago ateniese convertito al Cristianesimo a opera di San Paolo (Atti XVII, 34), vescovo e martire ateniese (I sec.). ║ In epoca medioevale, ma anche successivamente, gli furono attribuiti erroneamente alcuni scritti neoplatonici, dieci lettere e quattro trattati dogmatico-mistici, l'opera principale di D.: il De divinis nominibus, che esamina tutti i nomi con i quali viene designato Dio nella Bibbia; il De mystica theologia, che tratta della conoscenza mistica di Dio; il De coelesti hierarchia, sull'argomento degli angeli e della loro distinzione in tre gerarchie; il De ecclesiastica hierarchia, nel quale anche la Chiesa, a somiglianza della gerarchia angelica, viene divisa in tre triadi. Tali scritti (Corpus Dionysiacum) costituiscono il tentativo da parte dell'autore di arrivare a un incontro fra Neoplatonismo (Plotino in particolare) e Cristianesimo: egli affermò che Dio è superiore a qualsiasi realtà comprensibile dalle categorie della ragione umana e che quindi solo una teologia negativa, che neghi a Dio qualsiasi carattere attribuibile alle creature, possa giungere ad una parziale comprensione di Dio. Il sistema teologico proposto da D. incontrò grande fortuna presso i poeti e i mistici del Medioevo, e soprattutto sulla filosofia occidentale, nella quale ebbe il merito di introdurre numerosi motivi platonici e neoplatonici. Tradotta per la prima volta dall'abate Ilduino (IX sec.), l'opera di D. influenzò il pensiero di Giovanni di Salisbury, Ugo di San Vittore, Alberto Magno N. Cusano e M. Ficino. L'attribuzione di tali opere a D. risulta assolutamente falsa ed erronea, come già avevano intuito i primi umanisti: come hanno stabilito in modo definitivo J. Stiglmayr e H. Koch, le opere attribuite a D. in realtà furono scritte nella seconda metà del V sec. Oggi si preferisce quindi parlare dello pseudo-D., mentre finora è fallito qualsiasi tentativo di una precisa identificazione.