Oratore greco. Visse ad Atene, dove fu discepolo di
Teofrasto. La sua condizione di meteco (non cittadino) gli impedì di
parlare in pubblico ma non di arricchirsi esercitando la professione di
logografo; divenne noto con l'orazione pronunciata contro Demostene nel 324 a.C.
Quando Demetrio Poliorcete restaurò in Atene la democrazia,
D.,
che si era compromesso con i precedenti regimi filomacedoni di Cassandro e
Demetrio Falereo, fuggì a Calcide. Grazie all'aiuto di Teofrasto,
però, nel 292 a.C. gli fu permesso di tornare ad Atene. Dei quasi 300
discorsi che la tradizione gli attribuiva (di cui moltissimi sicuramente spuri)
ci sono giunti, oltre ai frammenti, solo tre orazioni complete tutte concernenti
lo scandalo di Arpalo:
Contro Demostene, Contro Aristogitone, Contro
Filocle. Il suo stile oratorio e la sua eloquenza, ancorché di
successo, non furono tuttavia percepiti come originali, tanto che
D.
meritò l'appellativo di "Demostene d'orzo", a indicarne sia il modello
sia l'inferiorità ad esso (Corinto 360 a.C. circa - m. dopo 292
a.C.).