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Di Costanzo, Angelo.

Storico e poeta italiano. Di famiglia nobile, si dedicò agli studi umanistici, non trascurando però l'impegno municipale, dal momento che fu uno dei sei magistrati della città di Napoli dal 1549. La sua fama si legò principalmente alla produzione in versi, raccolti nelle Rime. La lezione petrarchesca è ancora dominante nei componimenti, tuttavia sono presenti contaminazioni con altre esperienze poetiche classiche e a lui contemporanee. Dei suoi versi si apprezzavano da una parte la tecnica (l'armonia del ritmo, il verso spezzato, l'uso corretto di rime difficili), dall'altra la prova d'ingegno delle sentenze rare, dei bisticci, del concettismo, delle freddure, tutti elementi che saranno tipici del Barocco, ma qui tollerabili per una salda correttezza formale e linearità logica della composizione. La misura a lui più confacente si rivelò quella del sonetto, in cui meglio poteva esprimersi la vena epigrammatica. Compose anche una Istoria del Regno di Napoli (1572-81), in 20 libri, che comprendono gli anni fra il 1250 (morte di Federico II) e il 1486 (guerra contro il Ducato di Milano sotto Ferdinando I). L'opera, di stampo umanistico, ha carattere più celebrativo e oratorio che non critico-storico, animata soprattutto da partecipazione affettiva e da una vera ammirazione per le vicende narrate, tanto che fu definita "il poema e il romanzo della cavalleria napoletana" (Napoli 1507-1591).