Drammaturgo italiano. Dotato di ingegno versatile,
si dedicò a studi scientifici e letterari. Divenuto famoso per la
pubblicazione dei
Magiae naturalis libri IV (1558), ricco di descrizioni
di episodi meravigliosi e magici, si dedicò alla scrittura teatrale.
Compose tragedie (delle quali resta solo il
Giorgio, 1611), una
tragicommedia (
Penelope, 1611) e numerose commedie (
Trappolaria,
Tabernaria,
L'Astrologo,
Cinzia) ad imitazione delle
commedie latine (in particolare plautine), ma vivificate dalla forza della sua
fantasia, da uno stile spigliato e veloce, dalla naturalezza dei caratteri. Fra
le altre numerose opere di argomento naturale, tutte piuttosto confuse, ma
ricche di conoscenze e di osservazioni di fenomeni rari o complessi (magnetismo,
elasticità del vapore, ecc.), ricordiamo:
De refractione (1593),
Ars reminiscendi (1602),
De humana physiognomia (1603), nella
quale sembra aver precorso le teorie di Lavater,
Caelestis physiognomia
(1603),
De distillatione (1609) (forse Napoli 1535 - Napoli
1615).